Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

14 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2018 sia molto cosciente di cosa suc- cede nel resto del paese. Il Nord non è mai stato una priorità per le autorità centrali e lo è ancora meno adesso. Colpisce anche il fatto che si organizzino elezioni quando molta gente è fuori dal paese o dalla sua zona di resi- denza abituale. Non è logico or- ganizzare delle elezioni quando la popolazione non può votare». Occorre considerare che il paese, la cui superficie è di oltre 1,2 mi- lioni di km 2 (quasi quattro volte l’Italia) ha una vasta fetta di de- serto del Sahara, l’Azawad ap- punto, che occupa una superficie di 822.000 km 2 . La capitale dello stato, Bamako, si trova invece nell’estremo Sud del paese. «Bisogna riconoscere che il presi- dente attuale ha assunto la carica in un momento piuttosto partico- lare. È arrivato nel 2013 quando il paese attraversava una crisi molto grave, difficile da gestire. Gli si può però contestare che certi impegni presi nell’ambito dell’accordo di pace non sono stati applicati. Que- sto è un punto importante sul quale il governo ha fallito». Il Mali è una repubblica presidenziale, per cui il presidente della Repub- blica è anche il capo dell’esecu- tivo. Un cambio del presidente prevede anche un nuovo governo. «L’opinione pubblica a Bamako è molto divisa su Ibk. C’è chi pensa che questo governo, in un se- condo mandato non possa fare meglio di quanto ha già fatto, altri che pensano occorra un vero cambiamento. Io personalmente, tra i candidati, non vedo nulla di nuovo, sono le stesse figure che hanno contribuito, negli anni, a portare questo paese a terra. Re- sta la stessa generazione di poli- tici maliani che, ormai da de- cenni, non riesce a far uscire il paese da questa situazione». Il pantano degli scontri etnici La novità degli ultimi due anni sono gli scontri a base etnica nelle due regioni centrali di Mopti e Ségou, che nulla hanno a che vedere con l’Azawad e i Tuareg, ma dove si sono inaspriti conflitti atavici tra gli allevatori peulh e gli agricoltori dogon, con la compia- cenza dei Bambara del Sud. So- vente i cacciatori bozo di etnia bambara fanno il lavoro sporco coperti dai militari. È del giugno scorso la scoperta di almeno tre fosse comuni di civili uccisi, sembra giustiziati, anche per rappresaglie, dall’esercito maliano. Il 19 giugno, in seguito a un’operazione militare, erano scomparse 18 persone dalla loca- lità di Gassel (dipartimento di Douentza, regione di Mopti), tutte di etnia peulh. Il 20 è stata scoperta una fossa con almeno 7 corpi. Pochi giorni prima, il 15 giugno a Nantaka e Kobaka, nel comune di Sokoura, i corpi di 25 persone erano stati scoperti in tre fosse comuni. Anche loro, con tutta probabilità, peulh. Le re- sponsabilità sarebbero dell’eser- cito regolare, fatto questa volta confermato da un comunicato del ministero della Difesa. Scontri nei quali si sono insinuati gli islamisti radicalizzati, come Amadou Koufa, fondatore del Fronte di liberazione di Macina, le- gato al capo tuareg radicale Iyad ag Ghali (lui di Kidal, nel Nord). Fronte che ha avuto come filia- zione il primo gruppo di combat- MALI Qui a destra e sotto : misura del braccio di un bimbo e del peso per verificarne lo stato nutrizionale. Sopra : donne del Nord del Mali partecipano a un incontro dell’Lvia sulla prevenzione nutrizionale. A destra : all’interno di una casa del Nord, sistema di filtraggio dell’acqua. #

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