Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018
AGOSTO-SETTEMBRE 2018 MC 13 che oggi, con la crisi, ci sono biso- gni primari da soddisfare, in modo anche urgente. Ad esempio nel- l’ambito della nutrizione, perché gli indicatori di malnutrizione nel Nord del paese sono piuttosto alti. Sosteniamo alcuni centri di salute, quelli ancora funzionanti, per ac- cogliere i bambini denutriti e se- guirli. Facciamo anche molta sen- sibilizzazione e accompagnamento delle comunità, nell’ambito della valorizzazione dei prodotti agricoli locali e la loro integrazione nell’ali- mentazione di base». Non sparate sulle Ong In un contesto di crisi, oltre alle normali difficoltà c’è anche un al- tro problema per le Ong, quello della sicurezza dei propri opera- tori. «È una grande sfida, perché occorre abituarsi a lavorare in un contesto di sicurezza imprevedi- bile, dove anche se le nostre orga- nizzazioni non sono prese partico- larmente di mira, operiamo in un clima nel quale tutto può succe- dere. Abbiamo avuto incidenti come furti di auto o assalti a mano armata. È un contesto non con- trollabile, per cui occorre adattare la nostra missione, i nostri inter- venti, ogni giorno, informandoci in modo continuo e seguendo alla lettera le raccomandazioni di sicu- rezza». ‘17). «La Lvia interviene a Mopti, insieme all’Ong Cisv e con finan- ziamenti di emergenza del mini- stero per gli Affari esteri italiano, appoggiando i centri di salute. La particolarità di questa zona sono gli scontri intercomunitari tra la popolazione Peulh, allevatori, che si organizza in milizie, e quella Dogon, agricoltori, che ini- zia a prendere le armi». Costretti all’emergenza Lvia lavora in Mali da 30 anni, ed essendo una Ong che si occupa di sviluppo, ha sempre lavorato su programmi di lunga durata. Ou- smane ci spiega cosa è cambiato con la crisi: «Non siamo una Ong di emergenza, ovvero non an- diamo di proposito in quei paesi dove c’è la guerra per intervenire, ma in Mali siamo in un contesto che conosciamo bene, abbiamo molti contatti, siamo riconosciuti dalle comunità, dagli enti locali e anche dal governo. Abbiamo fatto tesoro di questo riconoscimento e della nostra conoscenza del ter- reno per realizzare progetti di emergenza umanitaria. Sono pro- grammi su temi che abbiamo svi- luppato anche in contesto non di crisi, come le infrastrutture idrauli- che (pozzi artesiani, ndr ), per dare acqua potabile alla gente. Per noi il fatto importante che cambia, è MC A Politica: evoluzione? Il Mali sta vivendo anche un pe- riodo di transizione politica, per- ché il 29 luglio si terranno le ele- zioni presidenziali (leggerete que- ste righe ad elezioni avvenute; pubblicheremo un resoconto delle stesse su www.rivistamissioni- consolata.it ) , che però non do- vrebbero portare particolari sor- prese. Oltre al presidente uscente Ibrahim Boubacar Keita (detto Ibk), eletto nel 2013, favorito, sono una ventina gli altri candi- dati. A inizio giugno una manife- stazione di una coalizione di oppo- sizione è stata repressa sul na- scere mediante l’uso di gas lacri- mogeni. I manifestanti chiedevano più trasparenza e più equità sui media nazionali per la copertura della campagna elettorale. Chiediamo a Ousmane cosa ne pensa. «Visto il clima d’insicurezza che regna nel paese, con continui attacchi, penso che il contesto non sia propizio alla tenuta di elezioni libere, trasparenti e soprattutto credibili. C’è piuttosto un’urgenza nel mettere in sicurezza il paese e migliorare le condizioni di vita della popolazione più che organiz- zare delle elezioni. L’impressione è quella che chi è al potere, ma anche chi vive nel Sud del Mali, dove c’è un piccolo spa- zio in sicurezza e normalità, non
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=