Missioni Consolata - Luglio 2018
danno un po’ di lavoro (sottopa- gato) alla popolazione locale, ma portano soprattutto tanti danni, all’ambiente e alla salute delle persone. «Da secoli - racconta il vescovo (cardinale dal 29 giugno, ndr ) - è una zona eminentemente minera- ria. C’è una città che si chiama La Oroya, a 3.700 metri d’altezza, che è considerata una delle cinque città più inquinate al mondo. Da alcuni anni non vengono più emessi gas tossici perché il com- plesso metallurgico della Doe Run è fermo, ma se si vedono le foto dall’alto - su internet è possibile - si nota una massa bianca. Non è neve, sono particelle di piombo, rame, zinco, tutti metalli pesanti che in questi 90 anni di produ- zione (l’attività iniziò nel 1922, ndr ) si sono accumulati sulle mon- tagne». E nel sangue degli abi- tanti, soprattutto bambini e an- ziani. Acqua, aria e suolo presen- tano livelli di contaminazione de- cine di volte superiori ai limiti con- sentiti. Venuto a conoscenza dei gravi problemi ambientali, mons. Bar- reto si dà subito da fare. Nel marzo 2005, a pochi mesi dal suo insediamento come arcivescovo, istituisce un tavolo di dialogo ( Mesa de diálogo ) con l’ambizioso 56 MC LUGLIO 2018 PERÚ obiettivo di trovare una «solu- zione integrale e sostenibile al problema ambientale e lavorativo a La Oroya e il recupero della conca del fiume Mantaro». Il dialogo è però lungo e compli- cato. In gioco ci sono gli interessi della multinazionale statunitense e il lavoro di ben 2.000 persone. A mons. Barreto arrivano minacce di morte e intimidazioni. Il complesso metallurgico di La Oroya passa attraverso fasi di in- solvenza economica (2009), con- tenziosi con lo stato per i mancati investimenti di adeguamento am- bientale ( Programa de Adecuación Medio Ambiental , Pama) e, infine, nel 2017-2018 alcuni tentativi di vendita, finora falliti. I cinesi di Morococha Il problema - ancora irrisolto - di La Oroya non è il solo. A circa 40 chilometri di distanza sorge Moro- cocha, cittadina cresciuta sopra un enorme giacimento di rame a cielo aperto. Dal 2008 il giacimento - noto come progetto Toromocho - è di proprietà della Chinalco, im- presa appartenente al governo ci- nese. «Il primo problema da af- frontare - racconta mons. Barreto - fu quello di spostare la popola- zione. La Chinalco costruì una nuova città: Nueva Morococha. Il trasferimento delle 1.200 famiglie iniziò nel 2012 e ancora non si è concluso». Nel frattempo, tra gennaio e luglio 2017, l’impresa ha estratto 106mila tonnellate di rame. «An- che nel caso di Toromocho - pre- cisa mons. Barreto -, c’è un danno ambientale perché un’attività mi- neraria, per quanto si possa essere attenti, contamina sempre. Il pro- blema è che nella regione non ci sono molte alternative lavorative. Anche se, come chiesa, abbiamo iniziato un piccolo progetto di pro- duzione tessile che impiega so- prattutto donne ma che comun- que non basta». Secondo l’Istituto peruviano di economia, l’attività mineraria ge- nera circa l’11% del Prodotto in- terno lordo (Pil) del paese, la metà della valuta straniera che entra in Perú, il 20% delle entrate fiscali, oltre a migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti. «Il Perú - racconta mons. Barreto - è sempre stato un paese minera- rio. Però è anche un paese agri- colo. Nella valle del Mantaro le mi- niere inquinano e, allo stesso tempo, in agricoltura si stanno uti- lizzando fertilizzanti che nel resto del mondo sono proibiti. Do- vrebbe essere trovato un equili- brio tra un’attività mineraria re- sponsabile e un’agricoltura egual- mente responsabile». Mons. Barreto, il vescovo (cardi- nale) ambientalista, non è a priori contro le miniere. «Io - precisa - direi che l’attività mineraria è ne- cessaria. Non possiamo cioè dire “no” alle miniere. Quello che dob- biamo dire è: in questa riserva, in questo biotopo, in questo parco non può esserci attività mineraria. Un esempio: in questo momento un’impresa mineraria sta esplo- rando la laguna di Marcapomaco- cha. Qui occorre rispondere con un secco “no”». Di certo, guardando al territorio peruviano, sembrerebbe che tutto il paese sia stato dato in conces- sione. «È vero - conferma il pre- A sinistra : La Oroya, il complesso metal- lurgico della Doe Run, responsabile di un enorme inquinamento; da tempo, è in attesa di acquirenti. © Graham Styles #
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=