Missioni Consolata - Luglio 2018
PERÚ 52 MC LUGLIO 2018 Un sentimento nato durante i tre anni da vicario apostolico a Jaén, capoluogo dell’omonima provincia amazzonica ( selva alta ) del diparti- mento di Cajamarca. In quello stesso periodo entra nel consiglio permanente della «Con- ferenza episcopale peruviana» e nella «Conferenza episcopale lati- noamericana» (Celam). Jaén è la porta d’ingresso dell’A- mazzonia Nord orientale del Perú. «L’Amazzonia - spiega mons. Bar- reto - comprende quasi otto mi- lioni di chilometri quadrati e nove paesi, con il Brasile in testa (65% della superficie totale) seguito dal Perú. Come uomini di chiesa ci rendevamo conto che il lavoro da fare era tanto e disperso su un ter- ritorio immenso. Nell’aprile del 2013, a un mese dall’elezione del papa Francesco, il Celam si riunì in Ecuador per dibattere la que- stione. Nel settembre 2014 ci ri- trovammo - vescovi, religiosi e reli- giose - a Brasilia e decidemmo di creare la “Rete ecclesiale pana- mazzonica”, la Repam. Che non è una vera istituzione, né una strut- tura, ma - come dice il suo nome - una rete che cerca di unire con il dialogo e l’aiuto reciproco popoli indigeni e non indigeni che vivono in Amazzonia. Ciò che ci sorprese fu l’immediato messaggio di felici- tazioni del papa. Questo ci spinse a considerarne lui il fondatore». A partire da quel momento la cre- scita della Rete panamazzonica è molto rapida. «Il papa ci chiese di presentare al mondo la Repam. Lo facemmo il 4 marzo del 2015 a Roma, nell’aula Giovanni Paolo II. Poco dopo, il 19 marzo, tenemmo un’udienza te- matica sulle attività minerarie in Amazzonia davanti alla Commis- sione interamericana per i diritti umani (Cidh) a Washington». Il ruolo e la visibilità della Repam prendono in seguito grande im- pulso da due eventi importanti: l’u- scita, nel maggio 2015, dell’enci- clica Laudato si’ , interamente dedi- cata all’ambiente e, nell’ottobre 2017, l’annuncio del papa di un Si- nodo panamazzonico per l’ottobre 2019. Dall’Amazzonia alle Ande Dopo l’esperienza a Jaén, mons. Barreto deve lasciare l’Amazzonia per le Ande: regione di Junín, nella cosiddetta sierra . «Fui nominato - racconta - arcivescovo di Huan- cayo, una città posta in una valle dentro alle Ande, la valle del rio Mantaro. È la valle interandina più grande del Perú: 77 chilometri di lunghezza e una media di 22 di lar- ghezza». Luoghi molto diversi dall’Amazzo- nia, ma afflitti da problematiche identiche: il difficile rapporto tra l’ambiente naturale e le attività umane e tra il diritto al lavoro e quello alla salute. Nel dipartimento di Junín, le con- cessioni minerarie riguardano circa il 20% del territorio totale. Si estraggono rame, piombo, zinco, molibdeno, argento. Vi operano diverse imprese tra cui la cinese Chinalco, la canadese Pan Ameri- can Silver, la peruviana Volcan, la brasiliana Milpo. La più famosa, per i disastri provocati, è la statu- nitense Doe Run, da anni in liqui- dazione. Queste attività minerarie (segue a pagina 55) Sotto : mons. Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo e vicepresidente della Confe- renza episcopale peruviana e della Rete panamazzonica (Repam); il 29 giugno 2018 è stato nominato cardinale. # © Paolo Moiola
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