Missioni Consolata - Luglio 2018
invasori bianchi. La svolta fonda- mentale nella lotta è stato l’impe- gno «Ou vai ou racha» ( o tutto o niente ) quando gli indigeni, il 26 aprile 1977, riuniti a Maturuca, un villaggio a 320 km da Boa Vi- sta, decisero di dire «no alla be- vanda alcolica, sì alla comunità» avviando il processo di organizza- zione che culminò nella creazione del Consiglio indigenista di Ro- raima (Cir). Un impegno che com- prendeva la lotta all’invasione dei garimpeiros e degli agricoltori non indigeni. Un grande impulso alla causa in- digena è stato dato dal successo del progetto «Una mucca per l’in- dio», lanciato nel 1980, che pre- vedeva l’affidamento ad ogni co- munità indigena di 52 bovini e che, a sua volta, si impegnava, dopo cinque anni, a consegnare a un’altra comunità altrettanti capi di bestiame. Questa iniziativa so- stenuta dalla Chiesa cattolica e da tanti altri benefattori ha contri- buito a creare degli allevamenti comunitari di oltre 30.000 bovini. L’opzione per gli indigeni Presenti in Roraima dal 1948, solo nel 1971 i missionari della Consolata hanno scelto una chiara opzione per i popoli indi- geni. E nel 1972 hanno iniziato a vivere nei villaggi, in mezzo alla gente. Un cambiamento radicale nello stile di evangelizzazione. Da una prospettiva meramente sa- cramentale, succube dei poteri forti del latifondo, a una pasto- rale profetica e liberatrice fatta dai villaggi e a fianco delle popo- lazioni indigene. Questa opzione assunta anche dalla diocesi di Ro- raima, ha causato persecuzioni, diffamazioni e minacce di morte per i missionari e per l’allora ve- scovo, mons. Aldo Mongiano (Missionario della Consolata), sulla cui testa era stata posta una taglia molto cospicua. La riflessione su Il piano di Dio per noi (un progetto di formazione bi- blico-pastorale) ha guidato l’a- zione di evangelizzazione inte- grando la fede e la vita in cui la li- berazione della terra era l’obiet- tivo principale. E il Consiglio indi- genista missionario (Cimi), fon- dato nel 1972, è diventato gra- zione ha meno di 15 anni, una ga- ranzia per il futuro che, nel con- tempo, comporta delle sfide. Dalla repressione al riscatto Nel 1977, un centinaio di tuxaua e altri rappresentanti indigeni al- leati organizzarono una delle prime assemblee nella missione di Surumú, interrotta dall’irru- zione dei militari. I leader indigeni non furono intimiditi da tale re- pressione. Si dispersero per conti- nuare altrove l’assemblea. Que- sto fatto è ricordato come primo atto pubblico di resistenza e della ricerca di autonomia del nascente movimento indigeno. Molto pro- babilmente è per questo che nel 2005, nella stessa missione, fu- rono bruciate la chiesa, la scuola e il centro di salute in uno dei nu- merosi attacchi orchestrati dagli MC A A sinistra : Jacir José de Souza, leader macuxi della comunita di São Mateus, ricorda la resistenza indigena nella terra Raposa Serra do Sol. In basso : la comunità di Linha Seca festeggia i visitatori intervenuti all’inaugurazione della scuola. # • Popoli indigeni | Terre indigene | Missionari Consolata •
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=