Missioni Consolata - Luglio 2018

Etiopia-italia 24 MC LUGLIO 2018 reso un servizio prezioso, raccon- tandomene ciascuno un pezzetto, narrando motivazioni, espe- rienze, successi e sovente non po- che difficoltà. Gambo è soprat- tutto la loro storia, così come è la storia di tante persone che da va- rie parti del mondo hanno contri- buito finanziariamente e spiri- tualmente per costruire, pezzo dopo pezzo, una struttura di ec- cellenza al servizio dei più poveri. Dell’Ospedale di Gambo si è molto parlato anche su questa ri- vista. Dal 1974, infatti, i missio- nari della Consolata ne hanno la gestione, continuando a offrire ininterrottamente un servizio di promozione umana che completa in modo perfetto l’azione di an- nuncio e accompagnamento pa- storale della missione. Nel corso di questi anni, si sono portate avanti molteplici attività per fi- nanziare e appoggiare gli opera- tori locali con il servizio di una cinquantina di medici e specialisti provenienti da Spagna, Italia e Olanda che si danno il turno du- rante l’anno e quello di tecnici e manutentori in grado di consen- tire l’operatività della struttura in un ambiente complesso come quello in cui sorge. Da Gambo a Gambo «Ma tu sei mai andato a Gambo?». Questa volta a chie- dermelo è la dottoressa Paola Pa- lesa. È stata Enza a presentar- mela. Si sono conosciute a un ma- ster di bioetica e l’entusiasmo di Enza ci ha messo poco a far brec- cia anche nel cuore di Paola. Rac- conto nuovamente la piccola, quasi insignificante, storia del mio rapporto diretto con Gambo, ma anche le tante occasioni di contatto indiretto che sono ma- turate in questi anni. Enza e Paola mi parlano di un’ini- ziativa che potrebbe prendere piede se decidiamo di unire le forze e provare a coinvolgere qualcun altro. Gambo ne ha biso- gno. A Enza preme trovare i soldi per ristrutturare il villaggio dei lebbrosi che vivono intorno all’o- spedale. Sono stati loro la prima vera attenzione dei missionari, il primo vero obiettivo dell’allora piccolo dispensario. Costretti a la- sciare le loro famiglie e le loro co- munità a causa della malattia e dello stigma che essa comporta, centinaia e centinaia di persone si sono radunate a Gambo per avere cura, ma anche protezione e autentica consolazione. Per anni le missionarie della Con- solata si sono prodigate nell’assi- stenza di queste persone. Adesso le case del villaggio che li ospita hanno bisogno di una seria manu- tenzione. Paola vive a Torino, ma è origina- ria di La Morra d’Alba, terra di vino, comune con una vista moz- zafiato sulle Langhe in cui viene prodotto il Barolo D.o.c. Il belve- dere de La Morra è patrimonio dell’umanità, decretato dall’Une- sco, roba mica da ridere. Più in basso, all’entrata del paese, a circa tre chilometri dalla signorile piazza del Castello c’è una fra- zione che curiosamente si chiama «Gambo». Il collegamento è pre- sto fatto, veloce scatta l’idea: perché non proviamo a fare una sorta di gemellaggio? Il progetto «Colline sorelle: da Gambo a Gambo. Volti e storie di Langa e di Etiopia» è nato così, dal tentativo di mettere a dialo- gare mondi differenti accomunati semplicemente da un nome e dall’ambiente collinare. Del resto, in questo mondo fluido in cui il «qui da noi» e il «là da loro» si perdono grazie a una maggiore facilità negli spostamenti e, so- prattutto, al continuo migrare dei popoli, è bello poter pensare a un Gambo Hospital Comincia con un villaggio di capanne in paglia e fango, rifugio per alcune centinaia di lebbrosi. Nel 1965 diventa un lebbrosario in muratura, completato nel 1969. Dal 1972 sono presenti i mis- sionari della Consolata. Nel 1980, su richiesta del governo, parte del lebbrosario è trasformata in ospedale generale. Il numero dei posti letto passa da poche decine a novanta con tre sezioni: leb- brosario, medicina generale, Tbc (particolare attenzione è data ai malati di tubercolosi, molto numerosi nella regione). Oggi- giorno l’ospedale ha centocinquanta letti e i seguenti reparti: Tbc, lebbrosario, pediatria, medicina, maternità, chirurgia, sala operatoria, ambulatorio e servizi di laboratorio analisi, ecogra- fia, radiologia, per la cura di circa duecentocinquanta persone al giorno. Il bacino di utenza ufficiale è di centomila persone, ma la zona di provenienza dei pazienti è molto più ampia. Oltre alle cure mediche, ai malati che accedono all’ospedale vengono of- ferti servizi di medicina preventiva prenatale e di terapia per i bambini malnutriti e denutriti su un territorio composto da 23 villaggi. da www.missioniconsolataonlus.it

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