Missioni Consolata - Luglio 2018

14 MC LUGLIO2018 passaggio di centinaia di persone. A fronte di picchi di flusso tra le frontiere interne all’Europa, si è verificata una riduzione degli ar- rivi via mare. Secondo i dati del- l’Alto Commissariato Onu per i Ri- fugiati (Unhcr), dal 1 al 23 maggio 2018 si sono verificati 1.240 sbar- chi sulle coste italiane a fronte dei 22.993 di maggio 2017. Stessa tendenza al ribasso anche in aprile con 3.171 arrivi del 2018, rispetto ai 12.943 del 2017. Come Abdel e Abu, la maggior parte delle persone che cercano la Francia, dal confine dell’alta valle di Susa, hanno deciso di rimet- tersi in viaggio, dopo aver vissuto un periodo in Italia. Morti di frontiera L’intensificazione dei controlli alla frontiera da parte della polizia francese, se sulla carta ha l’obiet- tivo di limitare la tratta e la mi- grazione illegale, di fatto ha ina- sprito la situazione e spinto i mi- granti a cercare pericolosi punti di accesso alla frontiera. E se, nei mesi del grande freddo, i volon- tari del Soccorso alpino hanno dato fondo alle proprie forze per evitare tragedie umane in monta- gna, proprio mentre la neve sta lasciando spazio al verde della primavera, a maggio 2018 si sono verificate le prime due vittime del viaggio migratorio. Entrambe le persone hanno perso la vita in Francia, a pochi chilometri dal confine italiano. Mathew Bles- sing, ventunenne nigeriana, è ca- duta nel fiume Durance mentre cercava di raggiungere Briançon, mentre Mamadou, un ragazzo se- negalese, è morto di sfinimento dopo tre giorni che vagava per i sentieri oltre il valico del Mongi- nevro. A marzo era morta anche Beauty, ragazza nigeriana incinta affetta da linfoma in stato termi- nale che, a pochi giorni dallo spe- gnersi, aveva tentato di cammi- nare nella neve per arrivare fino in Francia, prima di essere re- spinta dalla Gendarmerie , che l’ha trasportata a Bardonecchia dove i medici di Rainbow for Africa hanno attivato i soccorsi. Beauty è morta all’ospedale Sant’Anna di Torino, dopo aver dato alla luce sua figlia. Il suo so- gno era partorire in Francia, dove vive sua sorella. E mentre le notizie delle morti si succedono, le frontiere rese invi- sibili da Schengen nel 1995 ritor- nano a innalzarsi su un’Europa inespugnabile, costituita da na- zioni che sembrano negare quegli stessi diritti umani che hanno contribuito a teorizzare dopo la rivoluzione francese. Reato di solidarietà Intanto di fronte al peregrinaggio silenzioso dei migranti, la frontiera si anima di persone e opinioni con- trastanti. E se da un lato si raffor- zano spinte nazionaliste, ben rias- sunte dalla massiccia presenza di esponenti della destra di Généra- tion Identitaire che sul confine italo-francese manifesta la propria opposizione ai movimenti migra- tori al grido « Defend Europe », dall’altro lato, gli attivisti di Briser les frontières , la rete che pro- muove la libera circolazione degli esseri umani, oggi divisa nei due collettivi Chez Jesus e Valsusa oltre confine , porta il proprio sostegno ai migranti offrendo cibo, vestiti e suggerimenti di viaggio, promuo- vendo una « Welcoming Europe » e ribadendo che «la solidarietà non è reato». Eppure si può venire accusati di «reato di solidarietà». È successo a Benoît Duclos, cittadino fran- cese che rischia una condanna a 5 anni per favoreggiamento del- l’immigrazione clandestina, dopo aver trasportato all’ospedale di Briançon una donna incinta bloc- cata nella neve a Claviere. Stessa cosa è accaduta a Eleonora, Theo e Bastien che, dopo aver parteci- pato a una manifestazione ad aprile per promuovere l’apertura delle frontiere, sono stati accusati dalla polizia francese di favoreg- giamento di immigrazione clan- destina in banda organizzata. Il procedimento contro i tre ragazzi e Benoît mette sullo stesso piano chi chi compie atti umanitari e i passeur delle reti di contrab- bando e di tratta, che richiedono pagamenti elevati a chi cerca di andare in Francia. Tuttavia sono agli antipodi le motivazioni di chi, convinto che le frontiere non debbano esistere, cerca di dare una mano gratuitamente a un mi- grante che rischia di morire sui sentieri di montagna e di chi, al contrario, sfruttando i muri alzati dalla Francia e la mancanza di un’universale uguaglianza nella li- bertà di movimento, prova a lu- crare sul dolore dei migranti. Simona Carnino ITALIA Qui a fianco : un migrante africano tenta di andare in Francia con il treno. # A RCHIVIO MC • Daniele Biella, Approdo cercasi , Dossier sui migranti , gennaio-feb- braio 2018. • Valentina Tamborra, Questa non è Europa , giugno 2018.

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