Missioni Consolata - Giugno 2018
Beato Allamano, pensaci tu! N el mese di agosto 1998, p. Sabino fu destinato alla missione di Matu- ruca che dista 350 km da Boa Vi- sta, la capitale di Roraima. Questi mi chiese di trasportare con il camion i suoi bagagli fino alla sua nuova destinazione. Era il tempo delle piogge e siamo partiti con il cielo nuvoloso. Dopo 200 km siamo arrivati alla missione di Surumú e abbiamo pranzato con i missionari di quella comunità. Da qui in avanti la strada non era mai stata percorsa da un camion. Il missionario che lavorava a Maturuca la percorreva solo con il trattore. Siamo ripartiti con la speranza di arri- vare prima che facesse buio. Né p. Sabino né il sottoscritto conoscevamo quella strada era, infatti, la prima volta che la percorrevamo. Abbiamo recitato il rosario e ci siamo affidati al beato Giuseppe Alla- mano per avere un buon viaggio di andata e ritorno. La strada, poco più di un sentiero trac- ciato dal trattore, si snodava in un conti- nuo saliscendi tra le colline della foresta amazzonica percorse da fiumi da attraver- sare a guado perché non esisteva nessun ponte. Eravamo quasi arrivati - mancava, in- fatti, poco più di un km -, felici di avercela fatta senza intoppi. Rimaneva solo l’ul- timo torrente, piccolo ma avallato. Nella risalita il camion si è bloccato e non ha più voluto ripartire. I filtri erano sporchi perché qui il diesel è più nafta che carbu- rante, così siamo dovuti andare a piedi alla missione e con il trattore abbiamo trainato il camion. Dopo aver pulito i filtri e scaricato i ba- gagli, al pomeriggio del giorno dopo ho preso la strada del ritorno da solo. Il cielo era plumbeo e la pioggia mi accompa- gnava. Percorsi un’ottantina di km, ho incro- presenza viva 80 MC GIUGNO2018 Fratel Francesco Torta e il suo camion al servizio delle mis- sioni nella foresta amazzonica alla fine del secolo scorso. # Fratel Francesco Torta, classe 1935, missionario della Consolata torinese, ha lavorato per lunghi anni a Roraima, nell’Amazzonia brasiliana, occupandosi tra l’altro del pro- getto «Una mucca per l’indio» finalizzato ad assicurare agli indios yanomami il pos- sesso della loro terra mediante l’allevamento di bestiame nei confronti delle invasioni dei fazendeiros. A bordo del suo camion svolgeva numerosi servizi in favore delle mis- sioni dislocate nella foresta e non poche erano le difficoltà come racconta di seguito.
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