Missioni Consolata - Giugno 2018
GIUGNO2018 MC 77 U n bel dono quello di papa Francesco che, con la sua nuova, recentissima Esorta- zione apostolica “Gaudete et exsultate” ci ricorda: «Il Signore chiede tutto e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente». Non ha voluto scrivere un trattato, il papa, ma stuzzicare ognuno di noi a non dimenticare che siamo stati chiamati a questa meta (cioè, essere santi), lasciandoci provocare «dai se- gni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri del suo popolo, che sono i santi della porta accanto». Una santità popolare, allora, alla portata di tutti, «alla mano», ma che, pur crescendo mediante piccoli gesti, diventa feconda per il mondo. Ed è proprio lui, l’Allamano, (ancora in attesa dell’ultimo balzo per essere proclamato santo) che parlava quasi con le stesse parole ai suoi missionari e missionarie. Erano nati di fresco dalla sua passione per l’Africa, per «i pagani» e, mentre si preparavano alla partenza per quella missione ancora sconosciuta, si sentivano ripetere: «Siete qui per essere missio- nari della Consolata, ma non potete esserlo se non vivendo e operando in conformità al fine dell’Istituto, che è la santificazione dei membri e la conversione dei popoli. È ciò che vi ripeto di continuo: le anime si salvano con la santità… Missionari sì, ma santi!». Iniziava, così, l’avventura di tanti – preti, fratelli laici e suore – che, facendo tesoro delle esortazioni (ma ancor più dell’esempio di vita) del loro fondatore, intrecciavano il lavoro apostolico con la preghiera intensa, l’annuncio del vangelo con «la consolazione» e promo- zione umana, insaporendo ogni passo, ogni gesto, ogni momento con quello che sarebbe diventato il must (!) dei missionari della Consolata: «Prima santi e poi missionari». La santità è, dunque, la molla, l’anima, il sogno di tutta la nostra vita… proprio come voleva Giuseppe Allamano e come stimola, oggi, papa Francesco, con queste parole così chiare: «Ci mette in moto l’esempio di tanti sacerdoti, religiose, religiosi e laici che si dedi- cano ad annunciare e servire con grande fedeltà, molte volte rischiando la vita e certa- mente a prezzo della loro comodità. La loro testimonianza ci ricorda che la Chiesa non ha bisogno di tanti burocrati e funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’entusia- smo di comunicare la vera vita. I santi sorprendono, spiazzano, perché la loro vita ci chiama a uscire dalla mediocrità tranquilla e anestetizzante». Chissà se riusciremo a lasciarci spiazzare proprio dall’esempio dei santi… P. Giacomo Mazzotti A cura di Sergio Frassetto SANTITÀ... ALLA MANO I santi sono tali non perché abbiano fatto miracoli, ma perché hanno fatto bene tutte le cose… A me non interessa se avrete dato diecimila battesimi, ma se sarete stati ottimi missionari, ferventissimi, fedelissimi, accuratissimi. Sì, “issimi” in tutto. Giuseppe Allamano
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=