Missioni Consolata - Giugno 2018

verde» è stato possi- bile ripulire, livellare e recintare il terreno. I passi successivi sa- ranno quelli della piantumazione di al- beri da frutto e piante ornamentali, della predisposizione di un campo da calcio, della installazione di pan- chine, altalene, scivoli e altri giochi. «La nostra», aggiunge padre Matteo, «è una zona di frontiera fra il deserto che avanza e la foresta che scompare. Quest’anno ad aprile la gente si trovava in difficoltà già da un mese per mancanza di acqua: pozzi che erano stati sinora una riserva d’acqua abbastanza si- cura, ora sono secchi, la stagione delle piogge si riduce e i raccolti ne risultano danneggiati». Ecco allora, conclude il missionario, che il Nord della Costa d’Avorio può essere una zona strategica per sensibilizzare e possibilmente reagire a questi cambiamenti. Un progetto come quello di Dianra, per quanto piccolo, può accom- pagnare la comunità nel pren- l’interno del villaggio. Fino ad oggi non abbiamo potuto concre- tizzare l’idea perché lo spazio non era protetto e ogni tentativo di piantare alberi è andato perduto a causa della libera circolazione di capre, buoi e anche persone. Queste ultime, non vedendo una valorizzazione effettiva del ter- reno, se ne sono a più riprese “appropriate” per le loro più di- verse esigenze. Di fatto, a volte il nostro spazio è diventato anche una discarica a cielo aperto, in- vaso in particolar modo da rifiuti di plastica». Con la prima fase del progetto «Proteggiamo il nostro spazio dere coscienza e nel cercare solu- zioni. Non si tratta del primo tentativo di creare uno spazio di questo tipo nelle missioni Imc in Costa d’Avorio: a fare da apripista è stato il Jardin de l’Amitié (Giar- dino dell’Amicizia). Situato poco fuori dal villaggio di Marandallah - un paio d’ore di pista a Sud Est di Dianra - il giardino è stato a poco a poco creato grazie al la- voro di padre João Nascimento con la comunità. È diventato non solo un’occasione di sensibilizza- zione alla protezione dell’am- biente ma anche uno spazio ricco di angoli quieti in mezzo al verde per la riflessione, la preghiera e il riposo. Molte manifestazioni co- munitarie si sono svolte presso il Giardino dell’Amicizia, che si è ri- velato un utile strumento per quel dialogo interreligioso che è elemento caratterizzante del la- voro dei missionari in questa zona del paese, dove il 72% della popolazione è musulmano, il 25% pratica le religioni tradizionali, mentre le diverse denominazioni cristiane si dividono il restante tre per cento. Chiara Giovetti MC R GIUGNO2018 MC 71 Da sinistra : prima del lavoro - misurazione del terreno da rigenerare (sullo sfondo i ragazzi che giocano e padre Matteo Pettinari al lavoro); e dopo - la rete di recinzione, necessaria per tenere lontane le capre ghiotte di germogli e mantenere un minimo di pulizia, è ben piantata, come conferma padre Duwanghe Wema ( foto Pettinari ). Sotto al centro : il Giardino dell’Amicizia di Marandallah, durante la visita di padre Godfrey Msumange, consigliere generale ( foto di padre Ramon Lazaro ). #

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