Missioni Consolata - Giugno 2018

70 MC GIUGNO2018 Costa d’Avorio, la guerra contro la plastica Dal 2013 in Costa d’Avorio è vie- tato produrre, importare, com- mercializzare, detenere o utiliz- zare sacchetti di plastica che non siano biodegradabili. Il provvedi- mento, però, ha faticato e fatica parecchio a essere applicato. Una semplice visita al mercato di Abidjan, riportava Radio France International nel luglio 2017, mo- strava chiaramente che la legge sulle buste di plastica era rimasta lettera morta, o quasi. «Sono i clienti che ci chiedono i sacchetti, vanno via come il pane!», spie- gava una commerciante intervi- stata dall’emittente radiofonica francese. Riponendo la merce dentro buste biodegradabili, la si- gnora commentava: «Sono i sac- chetti di prima, salvo che sopra c’è scritto “biodegradabile”. Non c’è nulla per rimpiazzarli, eppure vogliono che smettiamo di usarli» @ . Nel marzo dell’anno scorso il go- verno è passato alle maniere forti, con il ministro della Salubrità, del- l’Ambiente e dello Sviluppo soste- nibile, signora Anne Désirée Ou- loto, che ha accompagnato le forze dell’ordine nei controlli a sorpresa presso le aziende che an- cora producono le buste incrimi- nate. Durante le perquisizioni, ri- porta il sito abidjan.net , il ministro e il suo seguito hanno trovato due fabbriche clandestine di sacchetti di acqua (usati invece delle botti- glie), una con allacciamento abu- Cooperando… sivo alla rete idrica pubblica e l’al- tra dissimulata dall’insegna «Livia Couture» per far pensare a una sartoria @ . Quello dei sacchetti di plastica è solo uno dei problemi ambientali che la Costa d’Avorio deve affron- tare. Il rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente del 2015, Côte d’Ivoire - Évaluation environnementale post-conflit , ha individuato alcuni ambiti ai quali occorre prestare particolare at- tenzione, e cioè le foreste, il cui li- vello di degradazione è definito «grave», la laguna di Ébrié, vicino alla capitale economica Abidjan, i rischi legati all’espansione urbana non pianificata, l’impatto ambien- tale dello sfruttamento minerario industriale e artigianale e il rischio di sversamento di idrocarburi sul litorale ivoriano @ . «Una delle attività che svolgiamo con i giovani e i bambini durante la semaine de la jeunesse (setti- mana dei giovani) qui a San Pe- dro», racconta padre Ramón Lá- zaro Esnaola, superiore dei mis- sionari della Consolata in Costa d’Avorio, «è proprio quella della pulizia delle strade». Nel popo- loso quartiere nel quale i missio- nari lavorano - abitato soprat- tutto da operai del porto, piccoli commercianti e contadini - le vie a lato della strada principale asfaltata sono sterrate e sabbiose e mancano delle canalette di dre- naggio che permettono all’acqua piovana di defluire. E quando ci sono, i sacchetti, le bottiglie e al- tra immondizia, prevalentemente di plastica, non di rado finiscono per intasarele del tutto. Il progetto di sensibilizzazione alla protezione dell’ambiente del 2017 però non si è svolto a San Pedro, bensì a Dianra, nel Nord del paese, dove la comunità Imc gestisce, fra l’altro, un centro di salute, un programma di alfabe- tizzazione degli adulti e un pro- getto di apicoltura. «Da qualche anno», scrivono i padri Raphael Ndirangu e Matteo Pettinari, «la nostra missione dispone di un terreno sul quale intendevamo creare uno spazio verde acco- gliente e ricco di vegetazione al-

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