Missioni Consolata - Giugno 2018
DAI LETTORI Cari mission@ri RISPONDE IL DIRETTORE In queste pagine diamo spazio a tutte le lettere, email omessaggi che riceviamo, purché chiaramente firmati. GIUGNO2018 MC 5 MI CHIAMO LUDOVICO Sono un missionario del- la Consolata di 33 anni di Mesagne, una cittadina in provincia di Brindisi nella regione Puglia. De- sidero condividere la mia esperienza di missione riassumendo il cammino che ho fatto finora. Due le mie esperienze forti: una in Argentina, a Martin Coronado (Bue- nos Aires) dove ho fatto il noviziato, e l’altra in Kenya, a Nairobi, dove mi trovo in questo momento a studiare teologia. Argentina e Kenya, come potrete benissimo im- maginare, sono due realtà molto diverse. L’e- sperienza in America La- tina ha cambiato la mia fede e scalzato tutto ciò in cui avevo posto le mie certezze, mettendomi davanti agli occhi la realtà della vita e facen- domi capire che il mondo è molto diverso da come lo immaginiamo e non è solo quello che viviamo ogni giorno nelle nostre comodità. La missione però non ti presenta solo difficoltà, ti regala anche tante emozioni, poiché la condivisione con la gente è il primo fine di noi mis- sionari; non costruire chiese, scuole! Anche questo è ovvio, ma prima di tutto viene la persona, l’ascolto. Potrete ben immaginare come abbia sofferto il fatto di dover lasciare l’Argentina, una terra fantastica, una gente su- per accogliente… Dopo il noviziato i miei superiori mi hanno detto che sarei dovuto venire qui in Africa. Non è stato facile. Per niente. Cultu- ra, cibo, abitudini, modo di pensare e di affrontare i problemi, tutto è diver- so. È tutto un altro mon- do. Ho dovuto rivedere (e sto ancora rivedendo) la mia fede. Una fede che non trova pace poiché qui si sperimenta facilmente «l’abbandono di Dio». Già, non mi vergogno a dirlo. A volte con Lui fac- cio a cazzotti. Ci sono si- tuazioni qui che non sono facilmente giustificabili solo dicendo: «Dio è con noi». No. Qui c’è vera- mente da affrontare la realtà, ogni giorno, rim- boccandosi le maniche e dando il massimo, a volte anche andando oltre le tue forze. Però l’Africa è bellissima. Essa mi ha insegnato a non essere ansioso, ad affrontare i problemi con serenità, che i fallimenti fanno parte della vita ma non sono essi a determi- narla o ad avere l’ultima parola. Ho vissuto la mia secon- da Pasqua qui in Kenya, quest’anno con tanta no- stalgia della mia terra. Ma essere missionari porta a delle rinunce, a lasciare la famiglia, gli affetti più cari, seguendo quella voce da cui senti che dovrai prima o poi davvero lasciarti guidare. Forse non sono esausti- vo con queste parole, ma non è facile raccontare «la missione». Bisogna viverla. Quindi il mio è un invito affinché ognuno di voi coltivi prima in se stesso, e poi seminando- le intorno, la gioia e la bellezza della missione. È tempo di andare, di u- scire da se stessi. È tem- po di incontrare. È tempo di amare. Un abbraccio a tutti e grazie ancora per questa opportunità! Dio vi bene- dica! Ludovico Tenore, Nairobi 06/05/2018 GRAZIE E ANCORA GRAZIE Dalla Costa d’Avorio Mi chiamo Philippe. Nel 2002 mi avevano preso per un corso di formazio- ne nel complesso di zuc- cherifici di Borotou-Ko- ro, qui in Costa d’Avorio. Era la mia possibilità di essere poi assunto in pianta stabile. Ma lo scoppio della guerra nel settembre 2002 ha bloc- cato tutte queste speran- ze. Sono tornato allora a lavorare nei campi per nutrire mia madre, mia sorella e il mio fratellino. In quel periodo non ero ancora sposato e non a- vevo figli. Sono stati tem- pi duri. Poi la mia vita è cambiata. Nel 2007 i missionari di Dianra mi hanno mandato a studia- re a Korhogo, nel Nord del paese, come ausilia- rio nella sanità, e ho la- sciato mia sorella e mio fratello - ormai cresciuti - a occuparsi dei campi. Il corso è durato tre anni e sono stato promosso a pieni voti, il primo del mio gruppo. A Dianra a- vevano appena inaugura- to il centro sanitario Jo- seph Allamano e con Ali- ce e Suzanne sono stato il primo a lavorarvi. È un servizio che mi riempie di gioia e soddisfazione perché aiutiamo la gente del nostro villaggio e posso mantenere bene la mia famiglia con i miei tre bambini. Grazie ai missionari e ai loro amici per quanto hanno fatto per me e per la gente di Dianra. Philippe da Dianra Mi chiamo Suzanne Soro Gnimin. Nell’anno scola- stico 2006-2007, mentre mi stavo preparando per l’esame di licenza media,
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