Missioni Consolata - Giugno 2018

La terza fase infine è quella del sacramento. È il passaggio cruciale, anzi cruciforme. È il vivere in prima persona la Pasqua, il passaggio dal predo- minio del proprio io a quello della Grazia. Questo rende liberi, come lo era san Paolo al termine del suo pellegrinaggio terreno. Non si dipende più dalla realizzazione di un qualche proposito o dal giudizio altrui (positivo o negativo che sia), ma unicamente dallo Spirito che cristifica, che porta l’immagine alla somiglianza. Conformarsi a Cristo crocifisso Una riflessione missionaria che non tenga conto di questo mistero di conformazione al Cristo cro- cifisso e risorto si ferma sulla soglia. Le tre fasi descritte dalla Doherty non sono altro che gli stadi attraversati da Cristo stesso. E la propor- zione tra di essi dice qualcosa d’importante al modo di concepire e vivere la missione: trent’anni spesi nel tempo dell’amicizia, tre anni di Parola (il suo ministero pubblico) e pochi giorni nel compi- mento del mistero pasquale. Raccontare il Vangelo, anzi, sussurrarlo, tra- smette la fede – o, meglio, genera alla fede – solo dentro una particolare vicinanza, quella che si crea in relazioni di prossimità discreta che pos- sono diventare autentica fraternità. Far fiorire è il mestiere di Dio. All’evangelizzatore è riservato il lavoro sul terreno. Giorgio Marengo N OTE : 3 Cfr. la voce «sussurrare» in Treccani 2014 - Dizionario della Lingua Italiana, Giunti Scuola, Firenze 2013. 4 Citazione da un testo inedito di T. Menamparampil, condi- visomi di recente da lui stesso. 5 F. Hadjadj, Come parlare di Dio oggi? Antimanuale di evan- gelizzazione , Edizioni Messaggero, Padova 2013, 56-57. 6 Come parlare di Dio oggi? , cit., 101. D 46 MC GIUGNO2018 D L’IMC IN ASIA I l sogno asiatico dell’Istituto è antico. Un primo tentativo di «sbarcare» in Asia avviene tra il 1928 e il ‘29, quando quattro missionari della Conso- lata giungonoi in India, nella provincia del Madhia Pradesh. L’esperienza dura solo tre mesi, interrotta dalle decisioni della Visita Apostolica che l’Istituto subisce in quegli anni. Quando si apre la prima stabile presenza Imc in Co- rea del Sud nel 1988, si realizza un desiderio che è appartenuto già al beato Giuseppe Allamano: «Io non vedrò, ma un giorno andrete in Cina, India, Giappone, Tibet…». Nel gennaio di quell’anno arri- vano nel paese asiatico i primi quattro missionari della Consolata. Le altre due aperture avvengono nel 2003 in Mongolia e nel 2014 a Taiwan. In Mon- golia, i primi missionari, arrivati assieme alle missio- narie della Consolata, entrano nell’estate del 2003, si stabiliscono nella capitale, Ulaanbaatar, con l’in- tento di «fare missione insieme, in comunione». A Taiwan si inizia nel settembre 2014. Il mandato dell’ultimo Capitolo Generale è quello di rafforzare le presenze attuali in modo da consoli- darle e dare all’Imc in Asia una prospettiva con- creta di permanenza e sviluppo. Luca Lorusso Qui sotto : i missionari della Consolata che lavorano in Asia, riuniti in Corea per un’assemblea nel 2016. | A destra : incontro interreli- gioso a cui padre Giorgio ha partecipato a Bodhgaya in India nel 2015. | Pagine seguenti : il battistero della parrocchia di Arvahieer; l’immagine di un battesimo dato da padre Galvis Ospina Yeinson Andrés, missionario della Consolata colombiano; il crocifisso dai tratti asiatici presente nella gher che fa da parrocchia ad Arvaiheer. | Pag. 50 : orme nel deserto del Gobi. D

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