Missioni Consolata - Giugno 2018

mento e silenzio sembrano favorire. L’esercizio delle pratiche ascetiche richiede un contatto con se stessi che esige attenzione all’interiorità e distacco, almeno temporaneo. Semplicità di vita Un altro aspetto della religiosità asiatica è il con- vergere di tante fedi sulla necessità e sul valore di uno stile di vita sobrio. La semplicità riflette un’at- titudine molto apprezzata nella persona religiosa in Asia: il giusto distacco dalla materialità delle cose. Semplicità e sobrietà favoriscono una vita centrata sull’essenziale, identificato quasi sempre con la ri- cerca spirituale. Una vita che si lasci sommergere da preoccupazioni mondane di ricchezza, accumulo e competizione tiene il praticante lontano dal rag- giungimento dei suoi ideali. Propagazione degli insegnamenti religiosi Il concetto di «missione» è maturato in ambito cri- stiano e dunque gode di una sua originalità che l’Occidente postmoderno fa fatica a comprendere e accettare. In Asia invece la tendenza di una dot- trina religiosa a diffondersi e quella dei suoi fedeli a propagarla è un dato pacificamente accettato, anzi ne testimonia la validità. Mentre in Occidente si manifesta resistenza (sensi di colpa storici, timore d’ingerenza nella libertà altrui, ecc.) nel panorama religioso asiatico non desta stupore il fatto che una dottrina o una via di sapienza cerchi di diffondersi. Cristiani esigua minoranza In questa terra vasta e complessa, trova il suo spa- zio anche la fede cristiana, benché sia praticata per lo più in condizioni di minoranza e talvolta di discri- minazione (o di aperta persecuzione; cfr Cristian Nani, Una fede pericolosa , MC maggio 2018). Negli ambienti missionari si parla di ad gentes per indi- care lo specifico della missione in contesti in cui essa rappresenta per gli interlocutori il venire in contatto per la prima volta con il Vangelo e la per- sona di Gesù Cristo, dal momento che altre tradi- zioni religiose e culturali hanno plasmato quelle so- cietà. Ebbene, in Asia l’ ad gentes è una realtà evi- dente. Non v’è dubbio che i non cristiani sono gli in- terlocutori principali della Chiesa in Asia. Per que- sto motivo il magistero missionario del postconcilio ha più volte richiamato l’attenzione proprio sul con- tinente asiatico descrivendolo come il più biso- gnoso di evangelizzazione 2 . A questo riguardo Ecclesia in Asia , al n.1 dice: «Dato che Gesù è nato, vissuto, morto e risorto in Terra Santa, questa piccola porzione dell’Asia occi- dentale è diventata terra di promessa e di speranza per tutto il genere umano. Gesù conobbe ed amò quella terra, facendo sue la storia, le sofferenze e le speranze di quel popolo; ne ebbe cara la gente». Soffermiamoci su queste ultime parole: anche noi siamo chiamati a entrare in questo movimento di amore per i popoli dell’Asia. È la legge dell’incarna- zione che ci spinge a entrare in profonda sintonia con le persone a cui siamo mandati, e quindi con le loro culture, la loro storia, le loro tradizioni reli- giose e filosofiche, la loro sapienza, la loro psicolo- gia. Giorgio Marengo N OTE : 1 M. De Giorgi, Missione e culture in Asia. Tra passato e pre- sente , in «Quaderni del Centro Studi Asiatico», 11 (2016). 2 Giovanni Paolo II indicava il continente asiatico come quello «verso cui dovrebbe orientarsi principalmente la missione ad gentes» (Redemptoris Missio, 37). D VANGELO IN ASIA Pagg 35 e 36 : bimbi mongoli «sussurrano». | Pag 37 : Gwanghwa- mun, costruzione risalente al 1395, è la porta principale del pa- lazzo Gyeongbokgung, a Seoul, Corea del Sud. È simbolo della lunga storia della capitale durante la dinastia Joseon. | In queste pagine, in alto a sinistra : ragazza prega in un tempio buddhista a Taiwan. | Qui sotto : Taiwan, riunione di fedeli di Falun Gong. D

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