Missioni Consolata - Giugno 2018

VITA E SPERANZE A MORIA, L’ HOTSPOT DI LESBO Questa non è l’Europa L’isola greca di Lesbo è a pochi chilometri dalle coste turche. È diventata passaggio naturale della rotta balcanica dei migranti. Primo lembo di terra dell’Unione europea verso il Medio Oriente. Qui è stato creato un centro di identificazione, il «campo» di Moria, dentro e fuori il quale i profughi cercano di sopravvivere. Siamo andati a raccogliere alcune delle loro storie. GRECIA Testo e foto di VALENTINA TAMBORRA MC A L ESBO . « This is not Europe » è la frase che si sente ripe- tere incessantemente a Moria. Solo 8,6 km separano il campo di Moria dal resto dell’Europa. E il resto dell’Europa, sull’isola di Le- sbo, inizia a Mytilini. È da qui, in- fatti, che partono i traghetti che collegano l’isola al continente, ad Atene. Il porto di Mytilini è il fulcro com- merciale del luogo. Negozi di sou- ospitare non più di 2.000 persone, ad oggi, marzo 2018, ne contiene o, sarebbe meglio dire, ne trat- tiene quasi 6.000. Afghanistan, Si- ria, Iraq sono i luoghi di origine per la maggior parte degli ospiti. L’attesa per essere ricollocati o rimpatriati può durare mesi, a volte anni. Una vita al limite Qui le condizioni di vita sono di- sperate: mancano servizi igienici venir, ristoranti, bar alla moda, musica ad alto volume sparata tutto il giorno dagli altoparlanti sul lungomare. Uno scenario che difficilmente riesci a spiegarti: due mondi paralleli sono divisi da un muro invisibile, quello fra il campo (ufficialmente hotspot ) di Moria e il resto dell’isola. È qual- cosa che si fa fatica a compren- dere, a tollerare. Moria, centro di accoglienza e identificazione, luogo adatto a

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