Missioni Consolata - Giugno 2018
14 MC GIUGNO2018 in Angola è giovane e motivato. La scelta non è stata imposta dall’alto, ma sentita. Perciò sono disponibili ad andare, anche se la situazione è molto più difficile di dove siamo adesso. A Kapalanga e Funda c’è molto lavoro, ma an- che molte soddisfazioni. Dove an- dremo a Luena si dovrà comin- ciare tutto da capo, occorrerà molto spirito missionario, per an- dare a cercare le persone, rico- struire le comunità. Sapendo che tante cose mancheranno: la tec- nologia, le vie di comunicazione. Ma abbiamo uno spirito missio- nario da pionieri. Anche in Angola il nostro stile di presenza è mar- cato: con pochi mezzi, una pre- senza di contatto con la gente, e questo porta a una grande colla- borazione da parte della popola- zione». Gente molto religiosa Un’altra sfida nell’area di Luacano è la penetrazione di quelle che padre Diamantino chiama «sette cristiane e chiese indipendenti africane», che hanno preso lo spazio lasciato libero dalla chiesa cattolica. Le prime sono costituite da gruppi che hanno origini esterne e si stanno diffondendo. Le chiese indipendenti africane, invece, sono un fenomeno in crescita nel continente. «Fondate da africani, in Africa, per gli africani, non sono legate a nessuna chiesa sto- rica. Alcuni fondatori si conside- rano veri profeti. Queste chiese hanno qualcosa del cristianesimo, come l’uso del Vangelo, ma an- che molti aspetti delle religioni tradizionali africane». In partico- lare padre Diamantino si riferisce anche a riti più legati alla sfera della stregoneria che della reli- gione. «In generale questo popolo con cui andremo a lavorare è rimasto un po’ indietro, perché è molto isolato, questo anche nelle aree confinanti degli altri due paesi. Perciò non si sono lasciati molto penetrare dalla colonizzazione, né dall’evangelizzazione, rima- nendo molto legati alla tradi- zione. Nei confronti dei popoli vi- cini hanno delle caratteristiche proprie. Praticano molto religioni tradizionali ma anche stregone- ria». E continua: «Quello che ho sen- tito è che si tratta di un popolo un po’ passivo. Nonostante la terra sia fertile, è poco sfruttata. Si de- dicano in prevalenza alla pesca (c’è abbondanza di pesce nel lago Diolo, il più grande del paese, ndr ) e alla caccia. Si limitano a po- che colture, come la manioca. An- che dal punto di vista dello svi- luppo umano sono indietro ri- spetto ad altri popoli. Hanno rice- vuto meno educazione, e hanno meno intraprendenza di altri po- poli. Penso che dipenda anche dall’isolamento e da un certo ata- vismo culturale». Fa quindi un pa- rallelismo con una zona di mis- sione simile in Mozambico: «È una zona simile dal punto di vista religioso e culturale a quella di Fingué, nella diocesi di Tete, in Mozambico ( Cfr. MC maggio 2015). La differenza è che lì sono confinanti con paesi più svilup- pati e questo fornisce influsso po- sitivo. A Fingué, nonostante le difficoltà c’è da parte della gente curiosità e apertura. Abbiamo lavorato per creare una base affinché la comu- nità possa svilupparsi, ovvero for- mato laici, catechisti, in grado di fare essi stessi la chiesa. L’espe- rienza in Mozambico può inse- gnarci molto per Luacano». L’avventura continua A fine giugno 2018 padre Fredy Gómez e padre Luiz Antonio de Brito si recheranno a Luacano con l’obiettivo di incontrare tutte le comunità. In particolare quelle in- torno al lago Diolo, che è l’area dove si concentra la popolazione. Qui si riesce ad andare solo quando non è stagione delle piogge. Il programma prevede che tre missionari della Consolata vi si stabiliscano a settembre. Ci spiega padre Fredy: «Dob- biamo incontrare i leader locali e la gente attiva nella pastorale, come i catechisti e i laici impe- gnati. Sono coloro che sono riu- sciti a mantenere la presenza cri- stiana e cattolica in quelle zone durante gli ultimi 50 anni». Marco Bello ANGOLA Qui a fianco : a Luacano, bimbi ango- lani tirano la pelle dei tamburi scal- dandola con la brace. # A RCHIVIO MC • Dani Romero, Finalmente Angola , novembre 2014. • Marco Bello, Il gigante lusofono , novembre 2013. • Marco Bello, Piedi a mollo nel pe- trolio , febbraio 2010. • Marco Bello, In mezzo a loro ho sentito Dio , maggio 2015.
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