Missioni Consolata - Maggio 2018

72 MC MAGGIO2018 quinta volta e mi portarono via in barella. Nello stesso momento entrò nello stadio l’atleta ameri- cano Johnny Hayes, che si piazzò secondo. Eri riuscito a tagliare il traguardo per primo, quindi la maratona l’avevi vinta tu. Si, ma la delegazione degli Stati Uniti, non appena venne a sapere quello che era successo all’interno dello stadio, con i giudici che mi avevano aiutato a terminare la gara, fece appello alla giuria per chie- dere la mia eliminazione, in quanto colpevole di es- sere stato aiutato dai giudici di gara. E come andò a finire? Il reclamo venne accolto: fui squalificato e cancel- lato dall’ordine di arrivo della gara. La medaglia d’oro fu assegnata allo statunitense Johnny Hayes. E nei tuoi confronti come si comportarono gli inglesi? Il mio dramma umano commosse tutti gli spettatori dello stadio: per compensarmi della mancata meda- glia olimpica, la regina Alessandra mi diede in pre- mio una coppa d’argento dorato. È vero che a proporre il riconoscimento reale fu lo scrittore Arthur Conan Doyle, il «papà» di Sherlock Holmes? Doyle era presente a bordo campo per redigere la cronaca della gara per il Daily Mail . Il resoconto del giornalista-scrittore terminava con queste parole: «La grande impresa dell’italiano non potrà mai es- sere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici». 4 chiacchiere con... Il racconto della sfortunata impresa di Pietri fa im- mediatamente il giro del mondo. Dorando Pietri diviene una celebrità, in Italia e all’estero, per non avere vinto. La mancata vittoria olimpica è la chiave del successo dell’atleta emiliano: Pietri ri- ceve presto un buon ingaggio per una serie di gare ed esibizioni negli Stati Uniti. Il 25 novembre 1908, al Madison Square Garden di New York, va in scena la rivincita tra Pietri e Hayes. Gli spettatori sono ventimila, mentre altre dieci- mila persone rimangono fuori a causa dell’esauri- mento dei posti. I due atleti si sfidano in pista sulla distanza della maratona, e dopo aver corso spalla a spalla per quasi tutta la gara, alla fine Pietri rie- sce a vincere staccando Hayes negli ultimi 500 me- tri, per l’immensa gioia degli immigrati italiani pre- senti. Anche la seconda sfida, disputata il 15 marzo 1909, viene vinta da Pietri. Durante la trasferta in America partecipa a 22 gare, vincendone 17. Rien- trato in Italia nel maggio 1909 prosegue l’attività agonistica per altri due anni. La sua ultima maratona è quella di Buenos Aires, corsa il 24 maggio 1910, nella quale Pietri chiude con il suo primato personale di 2 ore, 38 minuti, 48 secondi e 2 decimi. La gara d’addio in Italia si svolge il 3 settembre 1911 a Parma: una 15 chilo- metri, vinta agevolmente. Corre la sua ultima gara all’estero il 15 ottobre dello stesso anno (il giorno prima del suo 26° compleanno), a Göteborg in Sve- zia, concludendola con l’ennesima vittoria. Nel 1911 si ritira dall’attività agonistica e si trasfe- risce a Sanremo dove apre un’autorimessa e dove muore il 7 febbraio 1942, stroncato da un improv- viso infarto. Don Mario Bandera © autore anonimo, foto di pubblico dominio # Pagine precedenti : ritratto di Pietri con la coppa d’argento dorato ri- cevuta dalla regina Alessandra e finale della maratona olimpica del 1908 al Wembley Stadium con Dorando sostenuto da uno dei giu- dici di gara. | Qui sotto : la regina Alessandra offre la coppa a Pietri, vincitore morale della maratona.

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