Missioni Consolata - Maggio 2018

Dorando, a distanza di oltre un secolo resti un esempio di atleta serio e meticoloso, da dove nasce questo tuo amore per la corsa? Fin da ragazzo mi è sempre piaciuto correre, qual- cuno disse che avevo un talento naturale per que- sta disciplina sportiva, forse per il mio fisico, forse per la storia della mia famiglia, in ogni caso tutto convergeva nel fare emergere le caratteristiche del- l’atleta corridore insite nel mio animo. È vera la storia che si racconta, che la tua vo- glia di correre era tanta che a una gara podi- stica organizzata a Carpi nel 1904, a cui parte- cipava Pericle Pagliani, il più celebre corridore dell’epoca, quando questi passò vicino alla tua bottega tu ti mettesti a seguirlo in abiti da la- voro fino al traguardo? Nella galleria dei personaggi che - a torto o a ragione - sono passati alla storia come dei «perdenti eccellenti» e che MC da qualche tempo sta cercando di presentare sotto una luce positiva, trova il suo posto anche Dorando Pietri, l’atleta di Reggio Emilia che alle Olim- piadi di Londra del 1908 percorse, allo stremo delle forze, l’ultimo tratto della maratona nello stadio di Wembley sostenuto da uno dei giu- dici di gara. L’impresa sportiva di quel giorno, che l’aveva visto come un brillante protagoni- sta per tutto il percorso, si concluse amara- mente con la squalifica del corridore emiliano per l’aiuto ricevuto nell’ultimo tratto del per- corso. Nella memoria collettiva di tutti gli sportivi - non solo italiani - Dorando Pietri, è l’atleta che seppe incarnare in maniera esem- plare gli ideali del marchese Pierre De Cou- bertin, ideatore delle moderne Olimpiadi. Nato il 16 ottobre 1885 in una famiglia conta- dina della provincia di Reggio Emilia, a Cor- reggio nella frazione di Mandrio, Dorando Pie- tri (morto a Sanremo il 7 febbraio 1942) per i nostri standard era «un piccoletto», essendo alto solo un metro e sessanta centimetri, come la maggior parte degli italiani di quel tempo. Fin da bambino si divertiva un mondo a cor- rere nei campi della sua terra, come tutti i ra- gazzi nati nei grandi spazi della campagna. Ini- ziò a lavorare molto presto, probabilmente prima dei dieci anni, nella bottega di un pastic- ciere a Carpi, cittadina dove il padre aveva portato la famiglia e aperto un’attività com- merciale, per emanciparsi - o almeno provarci - dal lavoro della terra. Nel 1903 entrò a far parte della società spor- tiva di ginnastica «La Patria», i cui dirigenti, intuendone le qualità del vero campione, lo iscrissero a diverse gare podistiche regionali e nazionali. 34. Dorando Pietri: ilperdentepiùcelebredel ‘900 4 chiacchiere con « i Perdenti» di Mario Bandera 70 MC MAGGIO2018 © foto di pubblico dominio, da nl wikipedia org

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