Missioni Consolata - Maggio 2018

MAGGIO2018 MC 65 (contro il 71,2% dei normodo- tati), mentre le donne disabili oc- cupate sono il 14% del totale (contro il 46,7% delle normodo- tate). Da questi ultimi dati risulta per le donne disabili una doppia di- scriminazione, in quanto donne e in quanto disabili, ma questo non è tutto. Nel 2015, con il convegno «Fiori recisi», l’Uici volle mettere in evidenza la drammatica realtà delle vio- lenze subite dalle donne disabili e il fatto che alcune donne sono diventate disabili in seguito alle violenze subite. Le difficoltà economiche Tra le varie difficoltà incontrate dai disabili italiani ci sono infine quelle economiche, poiché per loro è spesso difficile disporre di un reddito e le famiglie con per- sone disabili mediamente di- chiarano un reddito inferiore ri- spetto alle altre. Del resto i disa- bili, per avere una qualità di vita accettabile devono spendere di più dei normodotati per assi- stenza, apparecchi sanitari, di- spositivi medici, ecc. A questo si aggiunge il fatto che il welfare italiano si basa ormai prevalen- temente sulle famiglie che, flologia di 200 ore e uno di for- mazione di 600 ore attivati sulla piattaforma e-learning dell’isti- tuto. Lo scandalo mobilità Oltre al sistema scolastico, anche quello dei trasporti in Italia pre- senta notevoli criticità per i disa- bili. Basta pensare alle barriere architettoniche presenti in molte stazioni ferroviarie, dove spesso mancano gli ascensori, oppure al fatto che nelle carrozze ferrovia- rie dedicate al trasporto di per- sone disabili è possibile imbat- tersi in pedane sollevatrici nuo- vissime, ma inutilizzabili a causa di qualche cavillo burocratico, che ne impedisce l’uso. Per i di- sabili che devono viaggiare, la Rfi (Rete ferroviaria italiana) ha pre- disposto il servizio Sala blu, che permette di prenotare l’assi- stenza al viaggio. Nel caso non ci siano convogli attrezzati su una certa tratta, però, il disabile non può viaggiare perché, per ragioni di sicurezza, la normativa vigente in materia dice che non può sa- lire su convogli non adibiti al tra- sporto di sedie a rotelle. Salute e lavoro La situazione non è certo migliore per quanto riguarda la salute. I dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane dicono che lo stato fisico e quello psicologico dei disabili sono peg- giori rispetto al resto della popo- lazione. In particolare le loro con- dizioni di salute sono più precarie a causa del mancato accesso alle cure previste dai Lea (Livelli es- senziali di assistenza). Sono molte infatti le famiglie italiane che, vi- vendo in difficoltà, non riescono ad ottenere né visite mediche, né trattamenti a domicilio. Si stima che il 14% dei disabili rinunci alle cure, rispetto al 3,7% della popo- lazione. Questo dato è più alto nel Mezzogiorno dove troviamo una percentuale del 30% in Puglia e del 22% in Calabria. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, solo il 18% dei disabili ita- liani risulta occupato, contro il 58,7% del resto della popola- zione. In particolare solo il 23% degli uomini disabili è occupato nell’assistenza ai disabili, sosti- tuiscono lo stato e che spesso per questo arrivano a indebi- tarsi. Questo è vero soprattutto con la fine del ciclo di studi, quando molti disabili non ven- gono inseriti nel mondo del la- voro e finiscono in una condi- zione di invisibilità a carico della loro famiglia, che si impoverisce per sostenere i costi del loro mantenimento e che diventa sempre più anziana. Del resto le aziende, pur essendo obbligate ad assumere persone disabili, preferiscono pagare una multa, piuttosto di assumerle. Vedere oltre Quanto visto finora è una descri- zione sicuramente non esaustiva sia delle tante forme di disabilità, sia delle difficoltà affrontate quo- tidianamente dalle persone disa- bili, ma vuole essere un invito a riflettere sul fatto che tutti hanno diritto ad una vita digni- tosa e, soprattutto, che anche in presenza di gravi disabilità, le persone possono avere enormi potenzialità. È nostro dovere aprire la mente e vedere oltre la disabilità. Rosanna Novara Topino (settima puntata - Fine) A PPROFONDIMENTO 3 BARRIERE CONDOMINIALI L a legge n. 13 del 9 gennaio 1989 costituiva un esempio di soli- darietà sociale ed aveva come fine l’accessibilità agli edifici pri- vati, mediante l’eliminazione delle barriere architettoniche. In pratica tale legge diceva che i lavori proposti nell’assemblea con- dominiale per eliminare le barriere architettoniche non possono essere esclusi unicamente in forza del regolamento condominiale, che subordina qualunque opera che interessi le strutture portanti che modifichi impianti generali o che alteri l’aspetto architettonico dello stabile all’autorizzazione del condominio. Ha cioè precedenza l’esecuzione di opere indispensabili alla effettiva abitabilità dell’im- mobile, nel rispetto ovviamente delle singole proprietà private e delle norme di sicurezza dello stabile e degli impianti. Tale legge, per l’approvazione dei lavori di abbattimento delle barriere archi- tettoniche, prevedeva un quorum di un terzo dei condomini e di un terzo del valore millesimale. Nel 2012, essa è stata sostituita dalla n. 220 del 11 dicembre 2012 (pubblicata sulla G.U. n. 293 del 17/12/2012), che aumenta il quorum per l’approvazione dei lavori a 500 millesimi, quindi la metà dei condomini. R.N.T. MC R

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=