Missioni Consolata - Maggio 2018
nostro che sei nei cieli» (plurale in greco) è equi- valente di «Dio altissi- mo». «Sia fatta la tua vo- lontà così in cielo come in terra» è una espressione idiomatica semitica che per esprimere la totalità di qualche cosa la com- prende tra due «estremi opposti», in questo caso «cielo e terra» per dire sempre (significato tem- porale) oppure ovunque / dappertutto (significato locativo). Poiché Dio è creatore di tutto, cioè del «cielo e della terra», la sua volontà (di salvezza) non può essere estranea al mondo creato, cioè al cielo, alla terra e al sotto- terra. Per dire che una persona deve pregare sempre si dice «quando siedi e quando ti alzi», o anche «quando entri e quando esci», che significa «in o- gni momento» dell’attività quotidiana. Si usa anche l’espressio- ne Regno di Dio, usata da Marco e Luca che parlano a cristiani non provenienti dall’ebraismo. Al contra- rio Matteo predilige l’e- spressione Regno dei cieli mose ponderate motiva- zioni (non prese alla leg- gera). Non dimentichi che l’ In- dex (Indice dei libri proi- biti) è stato abolito, pur mantenendo la sua vali- dità morale. […] Sia chia- ro che il di allora (31 gennaio 1985) prefetto (e mi onoro di essere suo ammiratore, anche e so- prattutto come Papa) Ratzinger, nella sua informativa all’arcivesco- vo di Genova, card. Siri, bene ha fatto a squillar la tromba «al fine di neu- tralizzare i danni che tale pubblicazione può arre- care ai fedeli più sprov- veduti ». A me e a tantis- simi altri, di tutto il mon- do ormai, l’avvertimento non serve. Non facciamo parte di quella credo sparutissima cerchia. Ammesso che non sia nel frattempo svanita nel nulla. Vede caro direttore che, come scrive infine lei, i volumoni sono serviti ec- come! Hanno aiutato perfino le missioni, no? Buona Pasqua a tutti Emiliano Vettori Rovereto, 18/03/2018 Abbiamo pubblicato qui le parti più rilevanti di alcu- ne email ricevute dopo la pubblicazione in queste pagine della risposta di Paolo Farinella circa «ap- parizioni e veggenti». Grazie a chi ci ha scritto. Preciso subito che non abbiamo nessuna que- stione aperta con il Centro Editoriale Valtortiano e che non è nostra intenzio- ne far guerra ad appari- zioni e veggenti. Anche luoghi di apparizioni mol- to discutibili (potrei citar- ne più di uno) sono diven- tati luoghi di autentica de- vozione e preghiera una volta riportati nel seno della vera comunione con la Chiesa. Le vie di Dio e della Madre del Signore sono davvero infinite. Quanto alla questione sol- levata dal nostro testo di marzo, la risposta si trova proprio in quanto scritto dai nostri lettori, quando citano l’intervento del cardinal Dionigi Tetta- manzi, che, in veste di ve- scovo segretario della Cei, scrisse all’editore dei libri di Maria Valtorta che quegli scritti «non posso- no essere ritenuti di origi- ne soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme let- terarie» . Questo vale per i testi in questione, come per altri che hanno spopolato o continuano a spopolare oggi. Dove ci sono le vere appa- rizioni, quelle riconosciu- te dalla Chiesa - come Fa- tima e Lourdes -, le parole attribuite a Maria, la Ma- dre di Gesù, stanno in po- chi fogli e non hanno biso- gno di volumi. Permetteteci (oso parlare anche per Paolo Farinel- la!) allora di sentirci a di- sagio quando leggiamo che «Gesù ha detto» o «Maria ha ammonito», o cose simili. Rendo lode al Signore perché ha ispirato e ispira persone a scrivere cose belle su di Lui, su sua Ma- dre, sulla sua Sposa, la Chiesa. Possono fare tan- to bene, perché così il messaggio della Parola del Vangelo viene reso ac- cessibile a ciascuno se- condo la sua sensibilità e capacità. Il buono e il bel- lo si prendono da tutti, an- che da chi non crede. La «Parola di Dio», però, è una cosa, mentre i com- menti, le letture spirituali, i colloqui spirituali, le sto- rie romanzate, i video e i film sui Vangeli sono un’altra. Lo Spirito Santo soffia in molti modi, an- che oggi, per aiutarci a capire e vivere nel nostro tempo la Parola di Gesù. CHE SIGNIFICA «NEI CIELI»? Al prete Paolo Farinella, […] i suoi articoli sulla preghiera sono tutti mol- to interessanti. Quello su «Pregare Dio senza dar- gli riposo» (MC, marzo 2018) è molto bello. Le dico come la penso io: sarei certamente ateo (o agnostico) se non fosse che c’è il Vangelo di Ge- sù. È solo per questo motivo che sono un «cri- stiano dubbioso». Detto tutto questo, vorrei veni- re alla mia domanda che riguarda la preghiera principe, cioè il Pater no- ster. In questa preghiera c’è due volte la parola «cielo», una volta (al plu- rale) come luogo in cui sta Dio, e una volta come luogo in cui la volontà del Padre viene fatta. La mia domanda è: che cosa è questo cielo / cieli? Le invio cordiali saluti. Carlo May 17/03/2018 Risponde Paolo Farinella. Caro Sig. Carlo, la parola «cieli» deve es- sere intesa e letta nel senso della cosmogonia orientale che è tripartita: il cielo (alto), la terra (piatta) e gli inferi (sotto- terra). La si trova anche nella struttura della Divi- na Commedia. Di conseguenza «Padre 6 MC MAGGIO2018 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com Cari mission@ri
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