Missioni Consolata - Maggio 2018
un’analisi della situazione socio- economica per capire se ci sono problemi da risolvere e - nel caso si giunga alla conclusione che c’è un’alta disoccupazione, molti bi- sogni collettivi da soddisfare, un livello produttivo insoddisfacente - si può decidere di dare una sfer- zata al sistema con l’emissione di nuova moneta da utilizzare per pagare nuovi salari in ambito pubblico, o per finanziare investi- menti pubblici e privati. Questo genere di operazione, che si con- cretizza attraverso l’apertura di debito pubblico di tipo virtuale, può esporre al rischio di infla- zione, ma - se condotta con equi- librio, in associazione con altre misure - non produce effetti mo- struosi e quelli che produce sono comunque più accettabili dei pro- blemi sociali irrisolti. Parlando di quantità, va tenuto presente che il sistema econo- mico può crescere anche per meccanismi propri e quando suc- cede ha bisogno di nuovo denaro per non rimanere frenato. Lo stato che ha sovranità monetaria ed è al servizio dei cittadini am- plia l’emissione di moneta e la immette nel sistema economico tramite il pagamento dei salari dei propri dipendenti, delle pen- sioni, degli acquisti di beni e ser- vizi. In questo modo la massa mo- netaria si adegua alle accresciute esigenze del sistema in maniera silente e senza aggravio per nes- suno, anche se apparentemente lo stato ha aperto un debito. Ma è con se stesso, quindi è nullo. N el dopo guerra le im- prese europee fecero la scelta della Comunità economica europea (Cee) come strategia per allar- gare il proprio mercato e dotarsi, nel contempo, di una politica co- mune nei confronti del resto del mondo. Inevitabilmente, a un certo punto del processo di inte- grazione, si pose il problema della moneta, perché monete diversifi- cate rappresentano un freno per il commercio. La moneta, però, è un tema molto delicato che a se- conda di come è gestito può favo- rire i forti contro i deboli, la fi- nanza contro l’economia reale, il mondo degli affari contro lo stato sociale, o tutto il contrario. In al- tre parole la moneta è come un mezzo di trasporto che, a se- conda di come è strutturato, può diventare un carro armato per fare la guerra o un autobus per andare in vacanza. Per cui non si può capire la moneta se prima non si chiarisce da quali principi è animato il potere che ci sta dietro e quali fini persegue. La perdita di centralità dello stato Di moneta unica in Europa si co- minciò a discutere seriamente ne- gli anni Ottanta, quando in tutta l’area stava cambiando il vento politico. Da un’impostazione so- cialdemocratica che riconosce allo stato il compito di pilotare l’eco- nomia con l’obiettivo di raggiun- gere la piena occupazione, di su- perare le disuguaglianze e di ga- 58 MC MAGGIO2018 rantire a tutti il godimento dei servizi essenziali, si stava pas- sando a un’impostazione neolibe- rista che riconosce il mercato come unica legge e le imprese come soli attori economici. Come dire che tutto deve essere rego- lato dalla concorrenza e dalla legge della domanda e dell’of- ferta, mentre lo stato va ridotto a mero gestore di tribunali, polizia ed esercito, senza alcuna funzione economica. Questo cambio di vento influenzò profondamente l’architettura dell’euro. Nel 1988, Jacques Delors, politico francese ex-presidente della Commissione europea, venne in- caricato di elaborare una propo- sta di moneta unica. Delors sa- peva che ci sono due modi per governare la moneta : uno come servizio pubblico, l’altro come af- fare su cui lucrare. Il primo vede come gestore lo stato che si ispira a criteri di gratuità e promozione sociale. Il secondo vede invece come gestore il sistema bancario che si muove secondo il principio del profitto. La gestione pubblica La logica della gestione pubblica, di tipo gratuito e socialmente orientata, si contraddistingue sia per la quantità di denaro messo in circolazione, sia per i canali uti- lizzati per iniettare nel sistema economico la liquidità aggiuntiva. Per quanto riguarda la quantità, non viene valutato solo il denaro che serve per soddisfare il livello di scambi esistenti. Si fa anche Il dilemma dellamoneta Alla fine degli anni Ottanta l’Europa ha virato verso un’impostazione econo- mica neoliberista che riconosce il mercato come la sola legge e le imprese come gli unici attori. Questa impostazione ha permeato anche l’architettura della moneta unica: l’euro è nato non come strumento di servizio pubblico, ma come strumento di lucro. E la chiamano economia PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO La rubrica di Francesco Gesualdi
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