Missioni Consolata - Maggio 2018
MAGGIO2018 MC 57 tazioni con le persone che all’a- perto cucinano, lavano i panni o vendono mercanzie (dal pesce alle banane agli spiedini). Non è strano che la gente accetti tutto questo?, chiedo alle mie guide. «No, non è strano. Sono ve- nuti da fuori per cercare migliori condizioni di vita ma hanno tro- vato questo». Camminiamo lungo il canale finché arriviamo a una curva, dove una conduttura in cemento sbuca dal greto della cloaca. «Ecco questo è il punto più incredibile. Qui fuorie- scono i rifiuti dell’ospedale Essa- lud, che sta a cento metri di di- stanza», mi spiega padre Miguel Ángel. Vista la situazione, non stu- pisce che, oltre alla malaria e al dengue, diffuse in tutta Iquitos, qui siano endemiche anche le infezioni respiratorie acute e le malattie diarroiche acute. Dopo la curva, il fiume-fogna torna diritto proseguendo per alcuni chi- lometri fino a terminare nel rio Na- nay, molto vicino alla confluenza di questo con l’Amazonas. Sulle due sponde sono state poste barriere in legno e sacchi di sabbia per fre- nare l’acqua nei periodi della cre- ciente, la piena dei fiumi. Per pas- sare da una sponda all’altra gli abi- tanti hanno costruito passerelle di assi. Ne attraversiamo una per an- dare a camminare sul lato esterno. L’insediamento è molto esteso. Tutte le abitazioni sono su palafitte e costruite con assi di legno e tetti in lamiera. I bambini sono ovun- que e, come in ogni parte del mondo, trovano il modo di giocare e divertirsi. C’è anche un ampio spazio libero dove in molti stanno seguendo una partita di calcio. Più avanti, nello spazio tra alcune abi- tazioni, un gruppo di giovani sta giocando a pallavolo. Dato che non esiste alcun sistema di distribuzione idrica, incrociamo varie persone che, a mano, tra- sportano secchi d’acqua. «A di- spetto di tutto questo - chiosa pa- dre Miguel Ángel -, da qui non vo- gliono andarsene. Il barrio è vicino al porto. E Masusa è il solo luogo dove molti di loro possono trovare un lavoro: o come scaricatori o come rivenditori dei prodotti più vari. Questa città non offre altro». Tra invisibilità e indifferenza Ormai è quasi buio. È ora di tor- nare indietro. Oggi abbiamo cono- sciuto due barrios di Iquitos, dove la gente - quasi sempre indigena - vive in condizioni di povertà o di estrema povertà. La maggior parte degli abitanti della più importante città dell’Amazzonia peruviana vive così. Ma rimane invisibile agli occhi dei più. O indifferente, che forse è anche peggio. Paolo Moiola sorta di pianoterra aperto, senza pareti circostanti, senza porte e fi- nestre. Un tugurio con un pavi- mento di nuda terra e un soffitto di assi la cui altezza non permette a una persona di stare in piedi. Su un lato di questa stanza improbabile c’è un gruppetto di bambini con gli occhi fissi su un piccolo televisore, dall’altra una signora sdraiata su un vecchio letto circondato da in- dumenti e medicine. Alla vista dei missionari lei si mette seduta e scambia qualche parola. È anziana e malata, ma il suo viso conserva i segni di un’antica bellezza. Marta, questo il nome, non ha famiglia e sopravvive con l’aiuto dei vicini di casa. Prima dei saluti, chiede a pa- dre Miguel Ángel di ricevere la co- munione. Una visita, quella alla si- gnora Marta, che ti prende lo sto- maco e che ti lascia senza parole. Abitare alle Malvinas Con i consueti mototaxi lasciamo il quartiere del porto. La prossima destinazione è il barrio delle Malvi- nas. Anche qui, come a Masusa, le condizioni abitative peggiorano man mano che ci addentriamo, in particolare verso l’ asentamiento Iván Vásquez. Percorriamo una calle pavimentata con cemento, tanto stretta che a stento ci passa un mototaxi. Poi la viuzza termina e il luogo si allarga in maniera inaspettata, ma anche poco piacevole. La stradina na- scondeva la rete fognaria ( acanta- rillado ), che ora invece esce allo scoperto in forma di un fiumiciat- tolo di acque putride e puzzolenti ( desagüe ). È riduttivo definirla una fogna a cielo aperto perché è larga alcuni metri. L’acqua ha un colore grigio, impenetrabile dallo sguardo. È sta- gnante tanto che i sacchetti di ri- fiuti gettati sul fondo non si muo- vono e sono oggetto di attenzione da parte di vari gallinazos - grandi uccelli dalla testa nera apparte- nenti alla famiglia degli avvoltoi - che vi cercano cibo. Sulle due sponde della fogna è cre- sciuta una ininterrotta serie di abi- P ROSSIMAMENTE Sempre ad Iquitos, per parlare di Amaz- zonia incontreremo l’ apu di una comu- nità kukama e la responsabile locale del Centro Amazónico de Antropología y Apli- cación Práctica (Caaap). A destra : padre Manolo Berjón con la signora Marta, nella sua abitazione nel barrio di Masusa. MC A #
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