Missioni Consolata - Maggio 2018
MAGGIO2018 MC 49 D Q UESTO DOSSIER È STATO FIRMATO DA : • E NRICO C ASALE : giornalista freelance si occupa di Africa. Collabora da diversi anni con MC. • M ARCO B ELLO : giornalista di MC. A RCHIVIO MC: • Gianni Minà, Si chiamava Ilaria Alpi , aprile 2017. • Gianluca Iazzolino e Marco Bello, Somaliland. Il paese che non c’è , luglio 2014. • Gianluca Iazzolino, Il vento cambia a Mogadiscio , agosto-settembre 2013. • Enrico Casale, Al cospetto di Al Shabaab , novembre 2012. • Benedetto Bellesi, Annalena Tonelli , marzo 2004. P ER APPROFONDIRE : • Matteo Guglielmo, Il Corno d’Africa. Eritrea, Etiopia, Somalia , il Mulino 2013. P AGINA SEGUENTE : • Manifesto ufficiale della beatificazione di suor Leonella Sgorbati. D OSSIER A CURA DI : • M ARCO B ELLO : redazione MC. discio ho avuto la sensazione di una città spaven- tata, con la popolazione abituata a convivere con la paura, con l’insicurezza, con la non progetta- zione del futuro - racconta -. Rispetto a Luanda, capitale dell’Angola, tuttavia, ho notato maggiore pulizia e una migliore organizzazione. Un esem- pio: nella favelas della Lixeira dove ho vissuto per anni c’era un solo dentista per un milione di per- sone. Qui ne ho visti svariati. Allo stesso tempo, la militarizzazione della città, in risposta alle orribili azioni di al Shabaab, mi rattrista». Nei suoi giorni nella capitale somala ha avuto l’oc- casione di fare un’esperienza unica per un sacer- dote: incontrare i cristiani somali che, pur perse- guitati, continuano a professare la loro fede in clandestinità e fra mille pericoli. Ho potuto cono- scere Mosè - racconta padre Tollu -: è un cristiano cresciuto nella realtà del Protettorato italiano e poi nella Somalia indipendente, ma ancora molto legata al nostro paese. In molti lo considerano il portavoce dei cattolici somali. Lui definisce la sua comunità come una realtà in via di estinzione». Da una ventina di anni a questa parte ha infatti preso piede una versione intollerante della fede cora- nica. Al Qaeda e la sua filiale locale, al Shabaab, sono una minaccia continua per i musulmani non fondamentalisti e per i cristiani. Negli ultimi mesi si è poi affacciato anche lo Stato islamico che ha creato le prime basi nel Puntland. Un’ulteriore pericolo per i cristiani locali. Il rischio arriva an- che all’interno delle stesse famiglie dei cristiani. È ancora padre Tollu a parlare: «Mosè mi ha rac- contato che “quelli nati dagli anni ‘90 in poi”, così li ha chiamati, sono diventati intolleranti e non comprendono i loro vecchi che professano il cri- stianesimo. Allora gli anziani fuggono, si allonta- nano dai loro figli e dai loro nipoti, perché potreb- bero far loro del male». Mosè ha mostrato a padre Tollu una lista di cristiani morti recentemente, al- cuni per cause naturali, altri per cause violente. «Gli ho promesso di ricordarli nella Santa Messa - dice padre Tollu -. Mosè, triste in volto, mi ha ri- sposto: “Ecco lui e lei sono stati uccisi dai figli dei loro figli. Ormai la violenza è nelle case e noi, che siamo rimasti in pochi, rischiamo la vita ogni giorno”». I pochi fedeli cattolici non possono avere un’assi- stenza spirituale continua. «Al momento - con- clude - non esistono le condizioni di sicurezza per un sacerdote per svolgere serenamente il suo ser- vizio a Mogadiscio. Mi auguro che in futuro, una volta liberato il paese dalle infiltrazioni terroristi- che, si possano ricreare le condizioni minime per la presenza cristiana nella città. Ho promesso di pregare per loro durante la Messa. Siamo uniti nella preghiera quotidiana, fratelli in Cristo perse- guitati e obbligati a nascondere la nostra fede». Enrico Casale A pagina 47 : la gente di Mogadiscio in preghiera dopo l’attentato del 16 ottobre 2017 che ha causato 276 morti e oltre 300 feriti. | In basso a sinistra : il presidente della Somalia, Mohamed Abdullahi. | Qui a sinistra : firma di accordi tra il governo della Somalia e quello del Puntland (14 ottobre 2014) | In basso : soldati del contingente etiope dell’Amisom. D © AU UN ST/Mohamud Hassan © UNSOM
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