Missioni Consolata - Maggio 2018

Q uella somala è la storia di un fallimento nazionale e internazionale. Dal 1991, con la caduta del presidente dittatore Mo- hammed Siad Barre, il paese del Corno d’Africa vive in una costante instabilità politica e militare. La vecchia Somalia, diventata indipen- dente nel 1960, è ormai spezzata in tre tronconi. Al Nord, il Somaliland che si è dichiarato indipen- dente ed è politicamente stabile, ma che finora non è stato riconosciuto a livello internazionale. Nel centro, la regione del Puntland che, sebbene ancora formalmente legata a Mogadiscio, è diven- tata autonoma, con una propria struttura ammi- nistrativa e militare. Infine, il Sud dove le fragili istituzioni di Mogadiscio sopravvivono grazie al- l’aiuto della comunità internazionale. Le rivalità tra i clan e, soprattutto, la forza di al Shabaab, una milizia legata ad al Qaeda che controlla ampie parti del territorio, mina la possibilità di una ri- presa per il paese. A ciò si aggiunge una nuova mi- naccia: la nascita delle prime cellule dell’Isis for- mate da ex miliziani fuoriusciti da al Shabaab e da guerriglieri. Un vento di speranza Il 16 febbraio 2017, poco più di un anno fa, sulla Somalia soffiava un vento di speranza. Dopo un complesso processo elettorale (che non preve- deva il suffragio universale, ma il voto di grandi elettori espressione dei clan) è stato eletto presi- dente Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Far- majo. La fiducia riposta in lui si basava su un curriculum di tutto rispetto. Ambasciatore della Somalia negli Stati Uniti d’America dal 1985 al 1989, dall’ottobre 2010 al giugno 2011 aveva rico- perto la carica di primo ministro. Non solo, ma, da anni, Farmajo possiede la doppia cittadinanza somala e statunitense, un dettaglio che gli garan- tisce un sostegno aperto da parte del governo di Washington. La sua elezione ha quindi destato molte aspetta- tive nella popolazione che ha visto in lui la perso- nalità in grado di portare il paese fuori dalla pa- lude politico-militare in cui è impantanato. Ma il compito è, in realtà, molto difficile. Oggi, la Soma- lia è uno dei paesi più poveri del mondo: il 43% della popolazione vive con meno di un dollaro al Il paese inesistente DI E NRICO C ASALE Eccetto le due zone autonome non riconosciute, Somaliland e Puntland, la Somalia resta alta- mente instabile. Il governo è debole e sostenuto (poco) dall’estero. Chi comanda sono i clan e i miliziani jihadisti. Restano presenti sul terreno eserciti di diverse aree del mondo. Mentre il turco Erdogan aumenta i suoi legami (e la sua influenza). LA SITUAZIONE OGGI E LE FORZE IN CAMPO © AFP PHOTO / Mohamed ABD WAHAB

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