Missioni Consolata - Maggio 2018
N ella puntata del mese scorso abbiamo cercato, con qualche difficoltà per gli spazi di una rivista a larga diffusione, di esercitarci sul capitolo 1° della Genesi, un testo considerato spesso noioso. Abbiamo scelto il testo ufficiale della Cei, edizione 2008. Prima di passare a un testo del vangelo, desideriamo ri- prendere i primi tre versetti di Gen 1 e tradurli dall’ebraico, applicando la morfo-sintassi ebraica, senza scendere, però, in dettagliate spiegazioni. Il testo biblico di Gen 1,1-3 non si trova solo nella Bibbia, ma appartiene alla cultura orientale co- mune del 2° millennio a.C. Lo leggiamo non in un contesto di studio, ma in un atteggiamento inte- riore orante. Il testo nella traduzione ufficiale: « 1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 La terra era informe e de- serta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3 Disse Dio: “Sia la luce!”. E la luce fu». Applicando la sintassi dell’analisi testuale che tiene conto in modo particolare dei «verbi», ecco la tra- duzione: 1 Nel principio del «Creò Dio il cielo e la terra» (oppure: Quando Dio creò il cielo e la terra ) 2 la terra era informe e deserta le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio covava sulle acque, 3 DISSE Dio: «Sia la luce!». E la luce fu. Insegnaci a pregare COSÌ STA SCRITTO di Paolo Farinella, prete 14. Pregare: convertirsi dalla divinità al Signore Nota esegetica I primi due versetti servono per ambientare (verbi al- l’imperfetto) l’esplosione della Parola che, al versetto 3, lacera l’abisso. Sempre al v. 2, anche l’ultima edizione della Bibbia-Cei (2008) traduce con «lo spirito aleggiava sulle acque», che a nostro parere deve essere reso così: « lo spirito di Dio covava sulle acque ». In ebraico, il par- ticipio femminile «merachèfet» deriva dal verbo «ra- chàf» che in tutta la Bibbia ebraica ricorre solo tre volte: una nella forma verbale «qal», che esprime il senso ordinario dell’azione, e cioè «frangere/rom- pere/spezzare» (cfr. Ger 23,9) e due volte nella forma verbale «pièl» che esprime l’«intensità» dell’azione del verbo e quindi anche nella traduzione deve intuirsi un senso marcato, qui appunto l’atto del «covare» che ha come effetto il dischiudersi del guscio. In Dt 32,11 è l’a- quila che cova la nidiata, mentre in Gen 1,2 è lo spirito di Dio che cova le acque per farle dischiudere alla vita. Lo Spirito di Dio, «principio» della vita sta sulle acque primordiali, dominandole come fa l’aquila o una chioc- cia sulla covata finché non scoppia la vita. Cosa si ricava da questo testo per la preghiera? Il principio non è un inizio temporale, ma un fonda- mento radicale , una radice su cui poggiare: Dio che crea il cielo e la terra. In ebraico, «cielo e terra», es- sendo opposti (alto e basso, superiore e inferiore, entrare e uscire, sedere e alzarsi, mattina e sera, ecc.), indicano la totalità, tutto quello che sta in mezzo. Dio crea «tutto», senza essere condizionato dall’informe terra o dal deserto, cioè dalla non vita. © Gigi Anataloni
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