Missioni Consolata - Aprile 2018
Postulazione Missioni Consolata Viale Mura Aurelie, 11-13 - 00165 Roma oppure Corso Ferrucci, 14 - 10138 Torino Postulatore: p. Giacomo Mazzotti Chi ricevesse una grazia per intercessione del beato Giuseppe Allamano è pregato di notificarlo al seguente indirizzo: E-mail: postulazione@consolata.org http://giuseppeallamano.consolata.org APRILE2018 MC 81 telli alcune espressioni del nostro stile di Missionari della Consolata, secondo le at- tuali situazioni ed esigenze. - La caratteristica eucaristica del Fon- datore dà importanza alla preghiera di adorazione, privata o comunitaria, del- l’Eucarestia: è un tratto, una finezza che merita di essere continuata, forse risco- perta da molti di noi. - La caratteristica mariana, oltre la spe- ciale devozione alla Santissima Vergine Consolata, nelle raccomandazioni del Fondatore e, secondo la sana tradizione dell’Istituto, confermata dal Capitolo, comporta l’amore e la recita quotidiana del S. Rosario. - Il senso di dignità, educazione e de- coro era amato dal Fondatore nella litur- gia, nella chiesa, nella persona e nel com- portamento. Su questo punto, il suo inse- gnamento era preciso ed esigente. - Infine, desidero ricordare un tratto della personalità del Fondatore che egli ha desiderato trasmettere ai suoi figli. Egli fu uomo di azione, e questo appare an- che dal suo insegnamento incentrato sempre sulla realtà, l’esperienza, l’auto- rità e l’esempio dei Santi. Appartenne al gruppo di santi e zelanti sacerdoti torinesi che, alla fine del secolo scorso, contestarono la poco felice situa- zione religiosa e politica del tempo, non con discorsi ma con iniziative e opere di valore, di visione per il futuro della Chiesa e della società (così Don Bosco, Cottolengo, Cafasso, Murialdo, Albert, Faà di Bruno; così il nostro Fondatore). Volle che i suoi missionari fossero de- cisi e costanti nell’azione, ma non amò il chiasso, la loquacità (la pubblicità, di- ciamo oggi, il sensazionale). Non è que- sta una contestazione valida e necessaria per l’Istituto anche oggi? Termino con una frase del Fondatore che desidero applicare ai nostri morti del 1971: «Se un giorno lo spirito dell’Istituto avesse a venir meno, spero di farmi sen- tire dal Paradiso» (VS, p. 79). Prendiamo questa affermazione, inco- raggiante e nello stesso tempo grave, del Padre Fondatore come un invito alla vigi- lanza e all’impegno; ma, poiché parla di Paradiso, ritengo bene applicarla ai nostri Confratelli che ci hanno lasciato. Con do- lore li abbiamo visti partire per l’eternità; con l’affetto e la preghiera, restiamo in comunione con loro che Dio ha chia- mato, quasi in fretta, a ricevere il premio della loro fedeltà; il loro esempio ci sia d’ispirazione e incoraggiamento per per- severare nella vocazione e nella dedi- zione per la Missione. Se da parte di tutti vi sarà l’impegno a riscoprire e realizzare questi valori, in cui si esprimono gli ideali della nostra voca- zione, l’Istituto conoscerà un periodo di autentico rinnovamento. La vita delle no- stre comunità creerà quella comunione di amicizia, di preghiera e di collaborazione fra i membri, che renderà possibile ai gio- vani e ai meno giovani o anziani com- prendersi e completarsi nelle idee e nel lavoro. Allora, la nostra Famiglia avrà la condi- zione e lo spazio spirituali perché possa aversi l’entusiasmo di cui essa ha oggi bi- sogno: l’entusiasmo dei giovani e l’entu- siasmo per i giovani. P. Mario Bianchi, Imc (Superiore Generale /9/11/1971)
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