Missioni Consolata - Aprile 2018
tissimi, addirittura con 80 mem- bri. Tuttavia, la domanda impor- tante non è quanti sono, ma chi sono i componenti dei gruppi. Perché i loro pareri diventeranno proposte che, con buona proba- bilità, saranno trasformate in re- golamenti validi per tutta l’Ue. Un esercito di 25mila lobbisti Le indagini condotte attraverso gli anni dall’organizzazione Ceo ( Corporate Europe Observatory : corporateeurope.org ) hanno sempre messo in evidenza una predilezione per i rappresentanti d’impresa. E il rapporto pubbli- cato il 9 aprile 2014 sui Gruppi di esperti istituiti per tematiche fi- nanziarie, ne è un’ulteriore con- ferma. Il 70% dei loro compo- nenti sono rappresentanti di ban- che, fondi di investimento, istituti assicurativi. Si stima che a Bruxelles lavorino più di 25mila lobbisti per una spesa complessiva di un miliardo e mezzo di euro: rappresentanti di imprese e associazioni del mondo degli affari, con l’unico scopo di intrufolarsi negli uffici della Commissione europea ed ottenere decisioni favorevoli agli interessi della propria categoria. Il settore finanziario da solo tiene a libro paga 1.700 lobbisti. Gente pagata fra i 70 e i 100mila euro all’anno per una spesa comples- siva di circa 123 milioni di euro. Con tanta potenza di fuoco, la fi- nanza si sta infiltrando anche nel Parlamento europeo. Centinaia di esponenti di istituzioni bancarie e finanziarie - fra cui JP Morgan, Goldman Sachs, Deutsche Bank, Unicredit - hanno libero accesso al Parlamento europeo e quando sono in discussione provvedi- menti di loro interesse, si danno da fare in tutti i modi possibili per convincere i parlamentari ad as- sumere posizioni a loro gradite. E i risultati si vedono. Ceo cita il caso di un provvedimento di re- golamentazione finanziaria su cui vennero presentati 1.700 emen- damenti, 900 dei quali scritti di sana pianta dai lobbisti della fi- nanza. Francesco Gesualdi gestore delle decisioni assunte, la Commissione europea è l’organi- smo che esercita più potere in Eu- ropa. Un potere che, senza troppi sotterfugi, condivide con le im- prese in nome di un principio per certi versi lodevole: la Commis- sione ammette di non avere com- petenza su tutto, perciò ogni volta che deve affrontare un tema, istituisce una commissione consultiva denominata «Gruppo di esperti». Ad esempio, nel 2013 ha convocato 38 Gruppi di esperti sulle tematiche più disparate, da- gli Ogm alle regole bancarie, dal doping sportivo, agli additivi ali- mentari. Talvolta piccole commis- sioni formate da non più di 10 persone. Talvolta gruppi affolla- E la chiamano economia 76 MC APRILE 2018 zione di supporto tecnico. Di fatto è il vero gestore degli affari condo- miniali perché suggerisce le deci- sioni da prendere e le trasforma in ordinanze. Analogamente, la Com- missione mette a punto le «propo- ste» che il Consiglio dell’Unione europea (composto dai ministri di ciascun paese competenti per la materia in discussione) e il Parla- mento europeo dovranno discu- tere. Una volta approvate, le tra- sforma in provvedimenti legisla- tivi, di cui i «regolamenti» sono l’espressione massima in quanto vincolanti per tutti. La Commissione europea Proprio per questa sua funzione, al tempo stesso di proponente e P OLITICA E AFFARI Le porte girevoli Per molti politici europei, chiusa la storia politica, inizia quella degli affari. Un fenomeno per nulla etico. G oldman Sachs da una parte, José Manuel Barroso ( foto ) dall’altra. La prima è una delle più grandi banche d’inve- stimento del mondo, una banca cioè che non fa attività or- dinaria di deposito e prestiti, ma finanza d’azzardo a vantaggio dei propri azionisti e clienti. Il secondo è un politico portoghese, presidente della Commissione europea dal 2004 al 2014. Nel lu- glio 2016 i loro destini si incrociano: Barroso diventa presidente non esecutivo e consigliere di Goldman Sachs. «La sua espe- rienza e capacità di giudizio saranno di grande aiuto per noi e i nostri azionisti», afferma Goldman Sachs a giustificazione della sua scelta. E c’è da starne certi: per i ruoli che ha ricoperto, Bar- roso saprà ben consigliare come arrivare a chi conta nell’Unione europea e come sfruttare le lacune della legislazione europea a tutto vantaggio della banca. Quello di Barroso è un caso classico di porta girevole, di passaggio, cioè, dalla politica al mondo degli affari con chiare funzioni di lobby. Un feno- meno abbastanza diffuso che per- mette alle imprese di infiltrarsi sem- pre di più nelle istituzioni politiche e indirizzarne le scelte. Fra i casi più clamorosi: Gerhard Schröder che di- venta presidente dell’azienda russa Gazprom dopo avere dismesso il ruolo di capo del governo in Germa- nia e Viviane Reding che assume in- carichi nella Fondazione Bertel- smann e Agfa-Gevaert dopo aver la- sciato il posto di Commissaria alla giustizia della Commissione europea. Fra.G. © European Parliament
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