Missioni Consolata - Aprile 2018

I nternet e gli spazi d’incontro virtuali che stanno rivoluzionando il pianeta rendono tutto apparentemente possibile e imitabile, riducendo la capacità critica, in un vortice di notizie e contatti cui non sempre siamo preparati. I giovani sono tra i più influenzati, spinti a supe- rare ogni limite, ad andare «oltre» senza avvertire il pericolo, pur di emulare modelli di forza e suc- cesso. Parte integrante di questi mondi fragili è il ricorso all’alcol e alle droghe. Milioni di persone annegano così le loro speranze nelle dipendenze. Europa e Africa sono due continenti accomunati da questa stessa schiavitù: l’uso disordinato di al- col che colpisce qualsiasi fascia di età, e che spesso è l’inizio di un degrado profondo, l’ingresso in un labirinto dal quale è poi difficile uscire. Chi beve per noia, chi per non sentire la fame. Chi beve per sballarsi, chi per sopravvivere. La spinta verso l’alcol può essere diversa alle diverse latitu- dini. Intanto, una volta iniziato, dopo un po’ non se ne può più fare a meno. La Campagna AlcolOltre è nata allo scopo di sen- sibilizzare l’opinione pubblica, sia in Italia che in alcuni paesi africani nei quali operano i missionari della Consolata su questo problema. Il caso dello Swaziland Perché tra tanti paesi africani abbiamo scelto pro- prio lo Swaziland? Perché esso è uno di quelli con maggiore incidenza del problema dell’alcolismo. Nelle classifiche mondiali del 2012 era il terzo paese al mondo per consumo procapite di birra. Tra i paesi africani è uno di quelli nei quali è più alta l’incidenza dell’alcol come causa di morte. Il «Rapporto globale su alcol e salute 2014», l’ul- timo redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), conferma un alto consumo di alco- lici prodotti artigianalmente, quindi con grada- zione alta e senza controlli e, di conseguenza, con effetti peggiori sulla salute. Il rapporto dell’Oms denuncia anche la totale mancanza di politiche di prevenzione, a parte interventi volti alla semplice repressione e all’aumento delle tasse. Altro motivo importante per la scelta dello Swazi- land è la presenza nel paese dei missionari della Consolata, in particolare del vescovo monsignor José Luis Ponce de León a capo della diocesi di Manzini. La sua presenza e il suo ruolo offrono alla Campagna un supporto locale per lo svolgi- mento delle attività e dei progetti. Senza scoraggiarsi Le storie di vari amici e conoscenti che mi descri- vono i traumi subiti dai giovani, ma anche dalle loro famiglie, a causa dell’alcol mi spingono a spendermi in questa campagna e a lottare per far conoscere questo nemico subdolo della nostra so- cietà globalizzata. Dobbiamo agire insieme senza fermarci davanti ai fallimenti ma godendo di ogni adolescente che im- para a liberarsi dalla schiavitù. Chi beve per noia e chi per fame DI G IORDANO R IGAMONTI L’abuso di alcol tra i giovani e gli adolescenti accomuna i popoli di tutto il mondo. Alcuni mis- sionari della Consolata, osservando il fenomeno nei luoghi in cui operano, hanno dato vita a una campagna che coinvolge l’Italia e alcuni paesi africani, tra cui, in particolare, lo Swaziland. LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO L’ABUSO DI ALCOL

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