Missioni Consolata - Aprile 2018

UCRAINA 30 MC APRILE2018 tra il cattolicesimo e i polacchi. Ascoltando queste parole mi con- vinco sempre di più di quanto sto maturando in questi anni di la- voro missionario in Polonia: l’im- portanza di dare una testimo- nianza a questi popoli che la chiesa cattolica, per sua stessa definizione universale, è più grande della identità polacca. Ri- conosco con gratitudine i meriti, e sono anche debitore, della ric- chezza che questa espressione «polacca» del cristianesimo rie- sce a dare. Tuttavia, il cattolice- simo è molto di più. Ed è un do- vere per me essere testimone della sua universalità ogni volta che è possibile. La città, anche se trasandata, conserva ancora il fascino di un tempo. Molto rinomate sono le università dalle quali nei secoli sono usciti intellettuali presti- giosi. In una chiesa greco cattolica tro- viamo testimonianze della guerra che ancora oggi, in modo meno mediatico, si combatte a Est del paese vicino alla Crimea sul con- fine con la Russia. Vi sono residui di bombe e di cartucce vicino a fotografie di molti soldati uccisi. Su tutti una grande icona di Gesù benedicente. Con i seminaristi La seconda giornata la trascorro interamente nel seminario che si trova a circa 10 km dalla città. È una struttura accogliente e mo- derna di recente costruzione. Qui vivono poco più di 20 seminaristi che, secondo il programma, in- contrerò domani. Con loro parte- cipo solo alla messa al mattino. All’interno del seminario si trova anche l’Istituto di teologia per laici. Conosco il direttore don Ja- cek, polacco che parla bene an- che italiano poiché ha studiato a Roma. Mi propone nel pomerig- gio di tenere una lezione di mis- siologia («la disciplina teologica cristiana che studia l’Evangelizza- zione e riflette sul compito mis- sionario della Chiesa universale», da Wikipedia ) a tutte le classi riu- nite. Accetto volentieri, poiché qui questa materia non è inse- gnata e il termine «missione» ri- mane alquanto astratto. Lo scopo che mi propongo, senza sapere se riuscirò a raggiungerlo, è quello di destare interesse e curiosità in- torno all’argomento con l’aiuto dei documenti della Chiesa. Spiego brevemente anche cosa sono le Pontificie opere missiona- rie che io rappresento e spendo anche qualche parola sul nostro Istituto e sulla nostra comunità in Polonia. Lascio a tutti un abbon- dante materiale informativo. Terzo giorno L’ultima giornata inizia con l’Euca- restia celebrata per gli studenti dell’Istituto di teologia. Dopo una veloce colazione incontro tutti i seminaristi, con il loro padre spi- rituale. Ho così l’occasione di pre- sentare alcuni temi missionari ed esperienze personali. Ho l’im- pressione che mi ascoltino con in- teresse e curiosità, perché il tema è per loro nuovo. Ripresento la struttura delle Pontificie opere missionarie che non sono pre- senti in Ucraina, così come le ori- gini del nostro Istituto missiona- rio e la realtà in cui oggi opera. Il tempo passa veloce. Ricevo anche domande sulla sto- ria della mia vocazione e della mia esperienza in questi anni in Polonia. Uno dei punti che più colpisce è la natura internazio- nale della nostra comunità in Po- lonia: siamo infatti 4 missionari provenienti da 3 continenti e 4 paesi diversi, e questo è un vero inedito per queste chiese. Terminato l’incontro mi rag- giunge un sacerdote giornalista della società di San Paolo, padre Mario, polacco, che da alcuni anni vive a Leopoli e lavora per la Radio vaticana. Desidera farmi un’intervista sul tema delle mis- sioni nel contesto del mio viaggio. Dopo l’intervista mi accompagna in città per mostrarmi la sua co- munità. Ne approfitto per fare qualche foto al centro e com- prare alcuni ricordi. Ho poco tempo perché già nel primo po- meriggio ritorniamo in Polonia per lo stesso tragitto per il quale siamo entrati. Viaggio con don Jacek, direttore dell’Istituto di teologia della dio- cesi di Sandomierz. Ci scambiamo i contatti per organizzare in fu- turo altre visite e collaborazioni con l’Istituto di teologia che guida. Al termine di questo breve e intenso viaggio, dopo aver visi- tato negli anni precedenti altri paesi confinanti come Bielorus- sia, Lituania, Lettonia e Estonia, nasce in me la convinzione che l’Ucraina è il paese che offre più opportunità per approfondire meglio la conoscenza dell’Est del nostro continente e allacciare nuovi contatti. Luca Bovio missionario della Consolata a Cracovia, Polonia.

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