Missioni Consolata - Aprile 2018
IRAN 22 MC APRILE 2018 strage. Non ho mai sentito i media iraniani parlare del governo siriano in termini negativi, ma mi è noto che il regime guidato da Assad si è macchiato di pesanti crimini di guerra. Poi si accusa l’aviazione russa di aver dato una mano ad As- sad e di aver colpito indiscrimina- tamente obiettivi militari e civili. Anche questi fatti cui la Tv iraniana non ha mai fatto cenno, mi sembra del tutto plausibile. Basta ripen- sare a come l’esercito russo ha condotto la guerra nel Caucaso. Scopro, in compenso, che il pub- blico italiano non ha molta consa- pevolezza di un’altra guerra san- guinosa, quella in corso in Yemen dal 2015. Quando ne parlo con al- cuni amici vedo il vuoto nei loro occhi: sì, forse qualcosa abbiamo sentito, non so. Invece, la Tv ira- niana trasmette quasi quotidiana- mente immagini di persone che vagano tra le macerie delle loro case, di morti, di bambini feriti, o di madri disperate perché non hanno cibo per i loro figli. Causa di tante sofferenze sono i bombarda- menti effettuati da una coalizione di stati guidata dall’Arabia Saudita, con l’appoggio logistico e tecnico di Usa e Regno Unito, e le bombe italiane. Anche in questo caso, non ho motivo di dubitare che le imma- gini descrivano una situazione reale. È Iran contro Isis Questa sensazione di vivere in una realtà doppia si ripete l’anno dopo. Questa volta si tratta della guerra all’Isis. Scopro che gli italiani ne hanno un’idea vaga. Sebbene tutti temano attacchi in casa propria, non s’interessano molto a ciò che succede su un terreno lontano. Chi ha combattuto l’Isis? I più nomi- nano la Russia, l’America, i paesi arabi, qualcuno dei più informati parla di curdi, milizie sciite, Iran. Se, invece, si fa la stessa domanda a un iraniano la risposta arriva ra- pida e sicura: l’Iran, innanzitutto. Da subito l’Iran ha sentito di vitale importanza difendersi da questa minaccia, sia per la vicinanza dello Stato islamico ai confini nazionali, sia per la particolare ferocia con cui il gruppo attaccava le comunità e i luoghi di pellegrinaggio sciiti. Dove arrivava l’Isis l’uccisione degli sciiti era sistematica, tanto da far parlare di genocidio, come per al- tre comunità non islamiche. Non penso che tutti gli italiani lo sap- piano. Invece, tutti in Iran sanno che contro questa minaccia il loro paese si è impegnato in un con- fronto serrato sul terreno. Ci sono state campagne di reclutamento di uomini da inviare a difendere i luo- ghi santi in Iraq e in Siria (questa era la motivazione ufficiale). I vo- lontari ricevevano lauti stipendi, agli afghani irregolari veniva, inol- tre, assicurato il permesso di sog- giorno al loro rientro. Hanno co- minciato a riportare i «martiri» dalla Siria, dall’Iraq. Poster con le facce dei combattenti caduti sono comparsi nei quartieri dove abita- vano i loro famigliari, come è usanza qui in Iran in segno di lutto. Quando dici a un iraniano che an- che gli Stati Uniti hanno combat- tuto l’Isis ti guarda incredulo. La narrativa ufficiale in Iran è che l’Isis è stato creato dagli Usa e sui me- dia nazionali non si fa certo men- zione del contributo americano alla lotta. Pubblici diversi hanno, dunque, percezioni diverse del reale. Non sappiamo quello che non vediamo e udiamo, e viceversa. Il reale che conosciamo attraverso i mass me- dia è più o meno parziale e ci con- diziona tutti. Lo stesso vale per la questione del nucleare iraniano, che da noi ha tenuto banco a più riprese. Proviamo a vedere come l’hanno vissuta gli iraniani 1 e come essi vivono la nuova crisi nei rap- porti tra Iran e Usa. La questione del nucleare Se la necessità di combattere l’Isis, in quanto massima espressione dell’odio dell’estremismo sunnita verso gli sciiti, era condivisa e sen- tita vitale, la questione del nu- cleare ha avuto e ha per gli iraniani un’importanza di gran lunga mi- nore. Fin dal suo nascere è rimasta marginale, lontana dalle preoccu- pazioni quotidiane della gente. D’altra parte l’Iran non ha mai avuto i problemi energetici dell’Ita- lia. Fino a circa dieci anni fa gas, elettricità, benzina godevano di sovvenzioni statali, poi eliminate e sostituite da un sussidio fisso ver- sato mensilmente a ogni persona. Da allora il loro prezzo è rincarato, ma rimane ancora molto inferiore ai livelli europei, soprattutto quello di gas e benzina (venduta oggi a circa venticinque centesimi di euro). Né la gente sente la neces- sità di avere una bomba atomica. Le armi di distruzione di massa sono ritenute un abominio. Partita in sordina negli anni No- vanta, la questione del nucleare iraniano cominciò a salire di tono durante la presidenza di Mahmud Ahmadinajad (2005-2013), soprat- tutto per voce dello stesso presi- dente, che ne fece uno dei cavalli di battaglia nelle sue polemiche contro l’Occidente: il popolo ira- Qui sopra : la mappa dell’Iran. Pagina accanto : uno schema mostra il fun- zionamento della struttura politica iraniana. # © Treccani it
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