Missioni Consolata - Aprile 2018

T EHERAN . Per giorni - è di- cembre 2016 - il reporter della televisione iraniana al seguito dell’esercito si- riano tiene i telespettatori con il fiato sospeso: si sta riconqui- stando la città di Aleppo con un combattimento casa per casa. Man mano che la città viene libe- rata si rivelano i crimini perpetrati dai terroristi: case saccheggiate, cadaveri abbandonati qua e là, o deposti in fosse comuni. I tele- spettatori inorridiscono. Quando l’ultimo bastione di resistenza cade, in città è festa grande. Nelle immagini vediamo la gioia delle persone rimaste intrappolate nei quartieri occupati che possono riabbracciare i propri famigliari, ma anche la disperazione di quelli che ritornano alle proprie case de- vastate, le testimonianze delle atrocità commesse dalle milizie a danno dei civili. Poi vediamo im- magini di come, lentamente, la vita in città tenta di riprendere il suo corso normale. LA SITUAZIONE NELLA REPUBBLICA ISLAMICA SCIITA Teheran, di lotta e di governo Impegnato nella tragica guerra della Siria e in quella dimenticata dello Yemen, il governo sciita di Teheran ha problemi anche al proprio interno. Con una lotta senza esclusione di colpi tra conservatori radicali (legati alla Guida suprema Khamenei) e conservatori riformisti (vicini al presidente Rouhani). Nel frattempo, la schiera dei nemici esterni si compatta: Israele, Arabia Saudita e il presidente statunitense Donald Trump non fanno nulla per favorire il dialogo. A pagare il conto di questa situazione è il popolo iraniano. Quale guerra? Qualche giorno dopo mi trasferisco in Italia per il periodo natalizio e lì la musica cambia completamente. È quasi unanime il coro di denunce per gli orrori commessi dall’eser- cito di Bashar Assad durante la ri- conquista di Aleppo. Ci si ramma- rica che la comunità internazionale non abbia saputo fermare la IRAN di MARIA CHIARA PARENZO MC A Sotto : una donna in raccoglimento nella moschea dello Scià, a Isfahan. # © Andrea Moroni (2017)

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