Missioni Consolata - Aprile 2018
CONGO RD 20 MC APRILE2018 gire in Scandinavia, è ritornato a Panzi non appena un gruppo di donne, che peraltro vivono con meno di un dollaro al giorno, hanno racimolato con una colletta i soldi per pagargli il viaggio aereo. È questo un comportamento che gli è valso il «Premio Sacharov per la libertà di pensiero», voluto trent’anni fa dall’Unione europea per celebrare il ricordo del fisico nucleare russo e assegnato ogni anno in riconoscimento di chi combatte la sua personale batta- glia a favore dei diritti dell’uomo. E non è un caso se il primo a rice- verlo fu Nelson Mandela. Radici storiche Il motivo fondamentale per cui il Congo Rd è squassato da tanta violenza lo ha denunciato lo stesso Mukwege durante il suo discorso alle Nazioni Unite già nel 2012, poco prima dell’attentato: lo sfrut- tamento delle sue risorse minera- rie. Fenomeno che risale almeno alla metà dell’800, quando il Congo fu acquisito come proprietà personale dal re del Belgio Leo- poldo II. Sfruttamento che è co- stato almeno dieci milioni di morti. «Se il Congo è ormai da 25 anni una polveriera - commenta l’antropologo Luca Jourdan che abbiamo incontrato a fianco di Mukwege durante un suo tour ita- liano di sensibilizzazione dell’opi- nione pubblica organizzato dal to- rinese Centro di Studi Africani (Csa) - le cause risalgono proprio all’epoca coloniale, quando prima i traffici di schiavi e avorio, e poi quelli della gomma favorirono gli interessi sfrenati dei signori della guerra, che già allora terrorizza- vano i villaggi mozzando le mani a chi non produceva i quantitativi stabiliti, come punizione e mo- nito». I belgi non portarono civiltà. «I primi ammutinamenti dell’eser- cito - prosegue Jourdan - produs- sero il tentativo di secessione della regione del Katanga, poi la presa del potere da parte di Mobutu nel ’65, con l’esercito che fornisce quadri e ministri, ma senza che il dittatore si fidi dei suoi generali perché non li controlla. Oggi è il tempo di Joseph Kabila, delle ele- zioni promesse ma rinviate (la pre- sidenza di Kabila è scaduta il 19 di- cembre 2016, ma lui resta capo di stato)». L’esercito congolese è in realtà un attore della crisi, poiché non esiste una sola catena di co- mando. È un esercito integrato con le fazioni ribelli, però i gruppi non si mescolano, ognuno ri- sponde ad un proprio capo. Il risul- tato è che i « warlords » spadro- neggiano ognuno nel suo ambito, controllando, in accordo col go- verno, l’estrazione del coltan e de- gli altri minerali indispensabili al- l’industria dell’elettronica, che co- stano alla popolazione le violenze combattute da Mukwege. Mario Ghirardi A RCHIVIO MC • Marco Bello, La lunga marcia per la pace , giugno 2016. • Enrico Casale, Dossier Minerali insanguinati , luglio 2015. Qui a fianco : sacchi di minerali, in una miniera a Kalimbi, Est Congo Rd. Sotto : minatori lavano il minerale, miniera di Kalimbi, Est Congo Rd. # Fairphone CC BY-NC SA Fairphone CC BY-NC SA
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