Missioni Consolata - Aprile 2018

18 MC APRILE2018 CONGO RD Miniere, eserciti e interessi globali Stupri, figli del coltan In Congo Rd permane una situazione di grande instabilità. In uno dei paesi con il sottosuolo più riccho al mondo, il 60% della popolazione vive nell’indigenza. Mentre nell’Est le milizie usano la violenza sulle donne come arma di guerra. L a regione congolese dei Grandi Laghi vive un conflitto internazionale tra i più complessi dell’Africa, aggravato dal precipitare della si- tuazione nel confinante Burundi nel 2015, dai massacri nelle regioni del Kasai nel 2017 e dalla perma- nenza al potere in Congo Rd del presidente Joseph Ka- bila, ancora oggi, nonostante il suo mandato presiden- ziale sia scaduto nel 2016. La presa di posizione del dit- tatore nel far slittare le elezioni è tesa a voler accedere al suo terzo mandato presidenziale contro i dettami della Costituzione vigente che ha fatto saltare nell’anno anche la preannunciata visita di papa Francesco. Le ondate di profughi hanno alimentato ulteriori tensioni e conflitti tra gruppi armati ribelli per il controllo delle miniere superficiali. In esse uomini e bambini sono ri- dotti in schiavitù per l’estrazione del coltan, preziosis- simo materiale, straordinariamente resistente al ca- lore, senza il quale gli smartphone non potrebbero esi- stere e che qui si trova nelle maggiori concentrazioni al mondo (cfr. MC luglio 2015 e giugno 2016). I l coltan, fondamentale anche per l’industria aero- spaziale, fa gola a tutti, con i cinesi in prima linea alla ricerca di accordi commerciali, insieme a Stati Uniti ed Europa, per accaparrarsi quelli che sono or- mai conosciuti come i «minerali insanguinati». La po- sta in gioco è altissima e nessuno vuole farsela scap- pare, ma il prezzo da pagare in termini di diritti umani è pure enorme, con vittime principali le donne e i bimbi anche di pochi mesi. Il Congo Rd ha arrestato la sua crescita economica, ma non demografica. È uno dei paesi più povero del pianeta con oltre 6 persone su 10 che vivono sotto la soglia di indigenza assoluta. I delitti sono in costante aumento, il numero di donne violen- tate supera il mezzo milione, con gli stupri usati come strumento per far nascere i figli dei vincitori oppure al contrario per rendere impossibile la nascita di una suc- cessiva generazione delle etnie sottomesse. Una situa- zione terribile attorno alla quale resta moltissimo da fare anche in termini di consapevolezza dell’opinione pubblica oc- cidentale. Lo stupro di guerra come quello praticato in Kivu è stato ricono- sciuto infatti ufficialmente come crimine contro l’umanità e concausa di genocidio soltanto nel 2008, elaborando a livello le- gislativo con un ritardo smisurato quanto successe nel 1992, a danno dei bosniaci musulmani nell’allora Jugoslavia. C hi estrae il coltan non gode di alcun diritto in cambio di un lavoro massacrante retribuito con spiccioli di dollaro. Bambini e uomini traspor- tano i secchi sulla testa sotto il sole a picco o sotto le piogge torrenziali, come schiavi di una società che non offre alcuna alternativa di sopravvivenza e nemmeno possibilità di scolarizzazione. I livelli di sicurezza sul la- voro sono infimi e si muore con facilità in quelle vora- gini della montagna, che diventano tombe, da cui i si- gnori della guerra non si degnano nemmeno di portare alla luce i cadaveri per restituirli alle famiglie. La beffa sono i cartelli pubblicitari nei villaggi confinanti che promettono l’accesso gratuito a Facebook per tutti. L a tracciabilità dei materiali potrebbe essere un primo modo per limitare gli abusi. L’Unione euro- pea nell’aprile scorso ha finalmente approvato un regolamento comunitario in questo senso, che però non sarà applicato prima del 2021. La normativa obbli- gherà tutti gli importatori europei di stagno, tung- steno, tantalio e oro a dichiarare le loro fonti di approv- vigionamento con l’istituzione di un apposito registro e sistematici controlli sul rispetto degli obblighi di re- sponsabilità, la cosiddetta «due diligence», in modo da mantenere elevati standard e garantire che non ci siano punti di contatto tra l’origine dei minerali e le bande armate. Dal patto però Bruxelles sembra aver escluso i minerali di cobalto, nonché il divieto di impor- tazione di prodotti finiti che contengano il minerale, la- sciando aperta la strada ai telefonini cinesi. Intanto contemporaneamente il presidente Usa Trump sman- tella il Dodd-Frank Act , un provvedimento per una volta in sintonia con quello adottato dalla Ue e promul- gato dal predecessore Barack Obama nel 2010. Mario Ghirardi Fairphone CC BY-NC SA

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