Missioni Consolata - Aprile 2018
16 MC APRILE2018 Continua Innousa: «Abbiamo ca- pito che c’è complicità tra polizia e bande armate. Gli arabi contro i neri. Anche il tuo padrone può tradirti e consegnarti. È pure suc- cesso che facessero irruzione in una casa, e portassero via delle persone (dei migranti, ndr ). E non si sa più nulla di loro. Scom- paiono. Non so se vengono ven- duti oppure uccisi». Innousa non vuole più sentire parlare di Libia: «Non ci torno più, assoluta- mente». Saidou, 40 anni, ha avuto espe- rienze simili e ci spiega perché è partito: «Mi sono sposato, ma non avevo di che nutrire la mia famiglia, quindi ho seguito l’e- sempio di altri amici. Ma ultima- mente è diventato difficile man- dare i soldi alla famiglia, mentre prima era la normalità». Poi in- dica la terra del suo villaggio: «Guardate qui intorno, non c’è niente da fare, come è possibile vivere così. Adesso i giovani non sanno che lavoro fare, non avendo più l’opportunità di an- dare in Libia». Sono molti i ragazzi, gli uomini che ci fissano, oggi, nel cortile della scuola primaria di Birji. Al- cuni portano occhiali da sole e fanno il viso da duri. Altri hanno semplicemente lo sguardo perso nel vuoto. Altri ancora sono incu- riositi dagli ospiti stranieri. Issaka, 47 anni, ha la barba bianca. Lui ne ha fatti tanti di viaggi in Libia. Ma adesso ci dice: «Prima era molto vantaggioso an- dare in Libia a lavorare. Ma è fi- nito quel tempo. C’è solo soffe- renza laggiù. Nessuno vuole più partire. Il pro- blema oggi è far ritornare quelli che sono là, non tanto scorag- giare i giovani dal partire». Issaka ha lavorato il campo nel- l’ultima stagione piovosa, ma non ha un lavoro sicuro: «Mi piace l’orticoltura, e sto cercando an- che di fare del piccolo commercio o dell’allevamento. Ma per ora non ho nulla». Rientri di massa Nel mese di dicembre scorso il governo del Niger ha organizzato un rimpatrio di massa di nigerini dalla Libia. Ha messo a disposi- zione un aereo per i voli di rientro da Tripoli e ha chiesto assistenza all’Oim ( Organizzazione interna- zionale per le migrazioni , organi- smo delle Nazioni Unite) per or- ganizzarlo. L’Oim, nella sua sede libica. ha aiutato a identificare i nigerini e farli partire, con un pro- cedimento chiamato «rimpatrio umanitario assistito», orientato a persone detenute nei centri ille- gali o appena uscite da essi. La sede Oim di Niamey ha orga- nizzato una prima accoglienza e ha messo a disposizione i mezzi per il rientro nelle aree di origine. L’obiettivo era il rimpatrio di 4.000 persone. Nel momento in cui abbiamo contattato gli opera- tori dell’Oim Niamey, erano già stati effettuati 1.500 rimpatri. Il Niger è l’unico paese africano che si è impegnato in un’azione di questo tipo a protezione dei pro- pri connazionali. Costruire una possibilità Chiediamo a madame Nana, at- tenta osservatrice della situa- zione nella regione e a livello na- zionale, che prospettive ci sono: «Qualche anno fa, a Zinder c’era un grande transito di migranti dalla Nigeria. Gente di varia na- zionalità, addirittura dal Ghana, che passavano da Kano e poi qui, per andare verso Agadez. Da circa un anno osserviamo una ridu- zione drastica di questi convogli. Questo perché il passaggio in Li- bia è diventato molto difficile. Anche i nigerini della regione, che vi lavoravano, sono tornati e non riescono più a partire. Chi aveva l’abitudine di andare in Libia, adesso cerca la via della Nigeria per trovare lavoro. Questa è una migrazione storica, almeno per la nostra popolazione». Madame Nana insiste sul fatto che il governo sensibilizza, sco- raggia chi vuole andare in Libia, mentre non fa la stessa cosa per la Nigeria. Il grosso problema, in- siste, è che queste popolazioni depresse avevano nelle rimesse dei lavoratori stagionali, un in- gresso economico essenziale: «Come aiutare chi ritorna dalla Li- bia? Come associazione locale ab- biamo un programma per loro. Ma occorrono i fondi. Se si chiede alla gente di non andare in Libia occorre proporre loro un’alterna- tiva, trovare loro un lavoro». Marco Bello NIGER Segue da: • Marco Bello, Niger: frontiera d’Europa, MC 03/2018. Questo servizio è stato reso possi- bile anche grazie al contributo di CISV onlus (www.cisvto.org ). In questa pagina : due ritratti femminili. Una ragazza (sopra) e una giovane donna, residenti in due villaggi della re- gione di Zinder. #
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