Missioni Consolata - Aprile 2018

JIHADISTI, ESERCITI E MIGRANTI NEL PAESE PIÙ POVERO DEL MONDO «Ci legavano con corde e catene» La rotta del Sahara è stata affrontata da generazioni di nigerini. Cercavano un lavoro in Libia. Ma oggi nel paese arabo la vita per uno straniero è insostenibile. Anzi, un «nero» è diventato merce di scambio, vacca da mungere, moneta sonante. In fuga da detenzioni arbitrarie e torture, migliaia di persone cercano di tornare a Sud. Qui li aspettano le famiglie, ma anche siccità e scarsità di lavoro. Z INDER . «Vogliamo che la nostra gente resti qui, al villaggio. E possa lavorare la terra anche durante la stagione secca, quando non cade una goccia d’acqua». Chi parla è Galadima, capo villaggio di Gui- rari, nel comune rurale di Gouna. Siamo nella regione di Zinder a ol- tre 900 km a Est dalla capitale Niamey, nel Niger profondo. Ma ci troviamo a poco più di 110 km dal confine con la Nigeria, il gi- nisce un confine quadruplo: Niger, Ciad, Nigeria e Camerun. L’altra strada asfaltata arriva dalla Nige- ria, a Sud, e giunge fino ad Agadez e Arlit a Nord, dove l’asfalto ter- mina bruscamente per diventare una pista di sabbia. Le due s’incro- ciano a Zinder, seconda città del Niger, già capitale e sede dell’an- tico sultanato del Damagram (dal nome della zona in lingua locale) creato nel 1720. Uno dei più im- portanti nella storia del Niger. gante africano, che da sempre estende qui la sua influenza eco- nomica, commerciale, religiosa. Guirari è un grosso villaggio iso- lato, in quanto non vi arrivano strade asfaltate, rare da queste parti, ma solo piste di sabbia o la- terite. Le grandi direttrici del Niger sono due: una attraversa il paese da Ovest a Est, dalla capitale al confine con il Ciad, a Ngugmi, nei pressi di quello che era il lago Ciad oggi quasi prosciugato. Il lago defi- NIGER Testi e foto di MARCO BELLO MC A

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