Missioni Consolata - Marzo 2018

74 amico MARZO 2018 Parole di corsa di Luca Lorusso Se dotto da uno sguardo inna morato «M i chiamo Matteo Pettinari, ho 36 anni, sono nato a Chiaravalle (An- cona), nelle Marche. I miei genitori, Pietro e Roberta, hanno fatto un’intensa espe- rienza missionaria di più di due mesi in Costa d’Avorio, nella Delegazione in cui lavoro io. I miei fratelli, più grandi di me, si chiamano Marco e Francesca. Sono zio di cinque meravigliosi ni- potini tra gli 11 anni e i sette mesi. La mia diocesi di origine è Senigallia». Perché hai deciso di diventare missionario e, soprattutto, perché della Consolata? «Guarda, perché sono diventato missionario, e missionario della Consolata, è una domanda da porre a Dio più che a me! “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16) diceva un giorno quel Galileo, chiamato Gesù, seguendo il quale Matteo si è ritrovato a essere ciò che è oggi. Davvero, il mistero di una vocazione - ed ora ti parlo della mia voca- zione missiona- ria - è racchiuso più nel silenzio di uno sguardo che ama e di una Parola che chiama che nel dilun- garsi di tante spiega- zioni… (cf. Mt 9,9)». Puoi raccontare la tua storia missionaria? «Il mio cammino vocazio- nale è iniziato in una tre- giorni organizzata dal se- minario della mia diocesi di Senigallia dal 6 all’8 di- cembre del 1998, quando avevo 17 anni. Tre giorni Padre Matteo Pettinari, marchigiano di 36 anni, in Costa d’Avorio dal 2007, ci racconta la storia (e il senso) della sua risposta alla chiamata missionaria.

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