Missioni Consolata - Marzo 2018
«Sì, nel río Putumayo si utilizza il mercurio. Que- sto ha generato e continua a generare problema- tiche. Contaminando il fiume, contaminano il pe- sce e quindi coloro che lo consumano. A poco a poco, le persone si caricano di questo metallo che l’organismo non è in grado di trattare». Nel vicino Ecuador e nel Nord del Perù le im- prese petrolifere stanno distruggendo l’A- mazzonia e inquinando i fiumi. Com’è la si- tuazione qui in Colombia? «Rispetto alle compagnie petrolifere, al Nord del Putumayo - nella zona di Puerto Asís, in partico- lare - stanno avvenendo delle esplorazioni per ca- pire se c’è la possibilità di estrarre petrolio. In questo momento sono in corso dialoghi con le co- munità interessate, anche se alcuni di questi sono viziati da interessi economici. Le persone non sono state sufficientemente preparate e così ac- cade che, con un po’ di denaro, a volte vengono comprate. Le persone non hanno la possibilità di raggiungere la consapevolezza dell’impatto che le attività petrolifere possono produrre». I perché di una minga amazzonica Il suo Vicariato ha organizzato - novembre 2017 - una «minga amazónica fronteriza». Perché avete usato il termine «minga»? «Minga è parola kichwa che significa offrire qual- cosa in cambio di qualcos’altro. Nella pratica, si traduce in un’esperienza di lavoro comunitario che porta beneficio a tutti e nel quale tutti appor- tano ciò che hanno. In altre parole, tutti met- tiamo i nostri sforzi in una causa comune per ot- tenere un beneficio comune. Per questo noi ab- biamo voluto dare al nostro incontro di rifles- sione la categoria della minga. Creare uno spazio di riflessione comune». Lo slogan continuamente richiamato du- rante la minga è stato «Amazonia, contexto de vida que une orillas», un contesto di vita che unisce le sponde. Ci spieghi meglio in cosa consiste questa unione. «Qui a Puerto Leguízamo si è unito un buon gruppo di persone della Colombia, del Perù e dell’Ecuador. Abbiamo avuto come ospiti i ve- scovi di San Miguel del Amazonas (Perù), di San Vicente e di Florencia. Abbiamo avute persone che si muovono da diverse prospettive rispetto a quella ecclesiale: persone delle amministrazioni (come il sindaco di Puerto Leguízamo), di organi- smi ecuadoriani, di organizzazioni ambientaliste. Tutte istituzioni e persone a cui interessa la cura di questo contesto di vita. Tutti riuniti per una causa comune: come essere abitanti responsabili che cercano uno sviluppo sostenibile, cioè che non danneggi ma al contrario protegga il conte- sto amazzonico in cui ci ritroviamo a vivere. Dalla minga siamo usciti tutti contenti e deside- rosi di trasformarci in difensori di questo territo- rio e di questo spazio di vita. Le istituzioni pubbli- che, quelle ambientali e quelle ecclesiali. Tutti de- siderosi di trasformarci in piccoli cuidanderos ». Quindi, in epoca di sfruttamento dell’Amaz- zonia, voi volete esserne curatori, difensori, protettori: una bella responsabilità. «Il motto completo della minga era: “ Somos terri- torio, somos pobladores, somos cuidanderos ”. L’ul- tima parola non è in un castigliano perfetto: in realtà, dovrebbe essere cuidadores . Ma abbiamo usato questa perché è un termine che usano le persone di qui quando affidano il loro campo a qualcuno perché lo curi bene. Dunque, non explo- tadores , ma al contrario cuidanderos ». Dalla «Laudato si’» al Sinodo amazzonico Per il novembre del 2019 è stato convocato un sinodo per l’Amazzonia. Si può dire che la vo- stra minga lo abbia anticipato? «Potremmo dirlo ma sarebbe una risposta un po’ superba. Abbiamo sognato e progettato quest’e- sperienza di minga nel febbraio 2017. Potremmo dire che abbiamo anticipato il sinodo. Ma la vera risposta è che papa Francesco ci ha sfidati con il contributo della Laudato si’ . L’enciclica è stato un regalo per l’umanità. Sap- piamo che essa è una proposta del papa non sol- tanto per la chiesa ma per l’umanità tutta. Vivendo in questo territorio noi ci siamo sentiti molto in sintonia. Non soltanto con la Laudato si’ , ma con la sensibilità ecologica di questo papa». Monsignor Pinzón, la porta qui accanto è quella di una scuola elementare. Quanto è importante l’istruzione nella difesa dell’A- mazzonia? «Abbiamo bisogno di un sistema educativo che ci aiuti. Finora ci hanno abituato non soltanto al consumo, ma al consumo senza limiti. Necessi- tiamo di un’educazione nuova, basata su un’altra mentalità, che ci renda persone responsabili nell’uso delle risorse. Il mondo ci chiede di essere responsabili con il pianeta, con la nostra casa co- mune, con la natura che Dio ci ha regalato». Paolo Moiola MARZO2018 MC 49 D Q UESTO DOSSIER : • A PPROFONDIMENTI Il manifesto della Minga di Puerto Leguízamo è leggibile sul sito della rivista. Sul canale YouTube sono invece reperibili vari documentari di padre Angelo Casadei. • F OTO DELLE COPERTINE In prima : una barca con bandiera peruviana sul río Putumayo. In ultima: una piccola lancia trasporta persone e merci dal lato colombiano a quello peruviano del río Putumayo. • P ROSSIMAMENTE - Il nostro reportage lungo il río Putumayo proseguirà in terra peruviana fino alle comunità di Soplín Var- gas e Nueva Angusilla. • D EDICA - Questo dossier è dedicato a padre A NTONIO B ONA - NOMI , scomparso domenica 7 gennaio. Per molti anni padre Antonio - una vita in Colombia, soprattutto tra gli indigeni del Cauca - è stato assiduo informatore dell’autore sulle cose co- lombiane, nonché guida durante il primo viaggio in quel paese. Mancherà a tanti. ( Pa.Mo. ) AMAZZONIA
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