Missioni Consolata - Marzo 2018

alla noce amazzonica, che ha mercato e che viene coltivata da alcune comunità indigene. Penso al caucciù ( caucho natural ), che un tempo era una ric- chezza. Penso al cacao. Penso al turismo, che qui non esiste anche se abbiamo due grandi parchi na- turali, La Paya e Chiribiquete. Ovviamente do- vrebbe essere un turismo con limiti ben precisi». Oro e petrolio, una maledizione Altro fattore di distruzione è stato l’espansione dell’attività mineraria illegale, in particolare quella legata alla ricerca dell’oro alluvionale. I danni pro- dotti dalla ricerca del prezioso metallo riguardano soprattutto la contaminazione delle acque con il mercurio. «Anche le Farc - spiega padre Angelo - usavano l’attività mineraria illegale per avere delle entrate. In particolare, chiedevano una percen- tuale sull’oro estratto. Oggi però la situazione pare fuori controllo». La fine della guerra civile ha dato nuovo impulso anche all’esplorazione petrolifera nell’Amazzonia colombiana. Ecopetrol (Colombia), GranTierra (Canada), Monterrico (Perù), Amerisur (Gran Bre- tagna) sono alcune delle compagnie che hanno aperto campi petroliferi in Caquetà e Putumayo. «Per le compagnie petrolifere la scomparsa delle Farc è un vantaggio perché entrano nelle zone di ricerca con più facilità. La guerriglia era contraria alla loro attività perché essa porta strade e comu- nicazione, rompendo l’isolamento». Contrarie sono anche la maggior parte delle comunità indigene che si trovano direttamente coinvolte nei progetti petroliferi. «Lungo il fiume Putumayo e lungo il Caquetà ci sono molte comunità indigene di vari gruppi etnici, che da sempre vivono in questi territori. Manten- gono la loro lingua e tradizioni, anche se sono co- munità che sono venute a contatto con l’uomo e la cultura occidentali. E spesso sono state violentate, come all’epoca del caucciù quando moltissimi indi- geni furono schiavizzati». «Noi ci siamo assunti il compito di accompagnarli in una riflessione sul trauma subito. Per molto tempo siamo stati gli unici ad avvicinarli e aiutarli nelle loro lotte. Per questo i popoli indigeni ci guar- dano con rispetto». Paolo Moiola AMAZZONIA

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