Missioni Consolata - Marzo 2018
• Medicina | Barnard | Trapianto di cuore | Salute • MARZO2018 MC 29 2014) e uno staff di 30 operatori tra medici, infermieri e perfusioni- sti all’ospedale Groote Schuur di Città del Capo, effettuarono il primo trapianto cardiaco al mondo. Un mondo che subito si chiese chi fosse questo chirurgo anonimo, divenuto in poco tempo un idolo, adorato ovunque. C hristiaan Neethling Bar- nard nacque in uno dei sobborghi più poveri di Johannesburg, secondo di quat- tro fratelli (il padre, Adam, era un pastore della comunità bianca). Dopo la laurea in medicina nel 1946 e un tirocinio di tre anni al Groote Schuur , fece pratica come medico di famiglia dal 1948 al 1951, per poi trasferirsi negli Usa dove conseguì la specialità in chi- rurgia generale con il prof. Owen H. Wangensteen (1898-1981), ot- tenendo il riconoscimento di un livello superiore e un dottorato di ricerca per esercitare in Suda- frica. Il prof. Wangensteen gli fece avere una borsa di studio e una macchina cuore-polmone che permise a Barnard di portare la chirurgia di by pass cardiopol- monare a Città del Capo, dove tornò nel 1954 per far parte del Dipartimento di chirurgia come aiuto. Da quel momento in poi si dedicò alla chirurgia sperimentale intervenendo su cavie (prevalen- temente cani), quale presupposto per agire poi sull’uomo, grazie alla tecnica acquisita da due car- diochirurghi americani della Stanford University , Norman MC A Shumway (1923-2006) e Richard Lower (1929-2008) che Barnard visitò nel 1966. Dai suoi esperimenti si convinse sempre di più che, nonostante la disponibilità dei farmaci, l’unico vero trattamento per l’insuffi- cienza cardiaca fosse il trapianto. Il primo ostacolo che Barnard do- vette affrontare fu quello di tro- vare il paziente adatto per il primo trapianto di cuore: doveva essere un malato terminale sul quale fosse inutile ogni cura co- nosciuta e anche un intervento chirurgico tradizionale. Il 10 novembre 1967 Louis Wa- shkansky si rivelò essere il pa- ziente ideale in quanto affetto da «respiro di Cheyne-Stokes» a causa di insufficienza cardiaca, diabete e cellulite agli arti infe- riori. Nel pomeriggio del 2 dicem- bre 1967 la giovane Denise Dar- vall subì un incidente stradale con conseguente grave trauma cra- nico, e giunta al pronto soccorso dell’ospedale le fu riscontrata la morte cerebrale. Il capo della car- diologia, il dottor Schrire, accon- sentì di considerare come dona- trice Denise Darvall e come rice- vente Louis Washkansky. Seguì il consenso del padre della giovane appena deceduta, il quale, rivol- gendosi a Barnard, disse: «È una bella fortuna, se non puoi salvare mia figlia, devi provare a salvare quest’uomo». Sulla questione etica del decre- tare la morte cerebrale come ir- reversibile, Barnard nella sua au- tobiografia scrisse: «La maggio- ranza dei cardiochirurghi sono Qui accanto : Louis Washkansky, l’uomo su cui fu effettuato il primo trapianto, e De- nise Darvall, la sua involontaria donatrice. Qui sotto : Louis Washkansky dopo l’opera- zione. Sopravvisse solo 18 giorni, ma fu la prova che il trapianto era possibile. #
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