Missioni Consolata - Marzo 2018
GRECIA 26 MC MARZO2018 «P arliamoci chiaro, l’austerità accompa- gnerà la Grecia ancora a lungo per una semplice ragione: il debito deve essere ripagato, pena l’applicazione di sanzioni discipli- nari. Tra due anni il paese sarà chiamato a sal- dare enormi tassi d’interesse e le politiche di au- sterità serviranno a fare cassa. Probabilmente assumerà forme diverse e non sarà più così dura, una sorta di austerità postsalvataggio». Una previsione nient’affatto rosea quella di Vassi- lis Arapoglou, professore di sociologia all’Univer- sità di Creta e autore, assieme a Kostas Gounis, del volume Contested Landscape of Poverty and Homelessness in Southern Europe , pubblicato di recente per Palgrave (pp. 149, euro 54,99). Professor Arapoglou, qual è stato l’impatto della crisi finanziaria in Grecia? «Il drammatico deterioramento delle condizioni di vita iniziato nel 2010 ha subito un’interruzione solo due anni fa ma, di fatto, siamo di fronte a un arretramento sociale di dimensioni epocali. Ov- viamente non si tratta di una situazione sanabile, almeno per com’è organizzato il capitalismo eu- ropeo oggi. Nel 2016 il tasso di povertà era calco- lato in base agli standard del 2008 e si avvicinava al 50% della popolazione. Volendo utilizzare i cri- teri attuali, il quadro non cambia: soprattutto la fascia sotto i 25 anni risulta per metà disoccupata o precaria. Sostanzialmente la Grecia ha cono- sciuto un aumento impressionante della disugua- glianza sociale. Ad Atene, ad esempio, sono cre- sciuti sia i “poveri invisibili”, ossia gente già ta- gliata fuori dai diritti basilari e da un adeguato sostegno pubblico, sia la divisione tra “nuovi po- veri invisibili”, il cittadino appartenente alla classe media, e gli altri emarginati (tossicodipen- denti, malati mentali, migranti illegali e in tran- sito). Seppur nelle differenze, tutti condividono il rischio di un comune destino di miseria». Come si posiziona la Grecia nella mappa delle povertà nel Sud Europa? «Il caso greco è più unico che raro. Oltre all’im- provvisa riduzione del reddito disponibile, alla di- soccupazione, all’espansione della precarietà e dei posti di lavoro a basso reddito, si è verificata un’escalation del costo delle case, su cui hanno pesato l’aumento dell’energia, la tassazione sulle proprietà e le difficoltà nel garantire un’adeguata manutenzione. Tali fattori, ad esempio, differen- ziano le città greche da quelle spagnole, colpite dallo scoppio della bolla speculativa immobiliare, o da quelle italiane, parimenti impoverite dalla crisi. Penalizzati dal mercato del lavoro e dal caro alloggi, nonché da una politica europea sull’acco- glienza piuttosto ostile, i migranti in particolare hanno potuto fare affidamento su iniziative di so- lidarietà locale, che in linea generale hanno con- tribuito a drenare e a impedire lo scoppio delle marginalità sociali. Ciò deve essere un motivo di orgoglio per i popoli del Sud Europa, nonché una risposta concreta al tentativo di stigmatizzare i loro comportamenti come irresponsabili». A proposito di queste iniziative, in che modo la crisi ha rimodellato il panorama locale dell’assistenza sociale? «Dopo aver smantellato ogni forma di welfare, i programmi di austerità hanno indirizzato nuovi canali di supporto verso la privatizzazione delle disposizioni pubbliche e la promozione della be- neficenza. Paradossalmente Atene è oggi un esempio di “importazione” in Grecia di un inedito modello di assistenzialismo, in cui le agenzie lo- cali istituzionali giocano un ruolo importantis- simo non solo in termini organizzativi e di coordi- namento, ma anche di orientamento delle misure da implementare fino al coinvolgimento di filan- tropi internazionali per la loro realizzazione. Le iniziative di solidarietà dal basso rischiano così di finire strozzate da questo meccanismo. Bisogne- rebbe invece affrontare lo stato di necessità at- traverso un sistema di misure che garantiscano nell’insieme un adeguato sostegno al reddito, un’occupazione stabile, alloggi sociali e una co- pertura sanitaria. In pratica, l’esatto contrario del progetto di devoluzione sociale perseguito dal neoliberismo». M.C. Intervista al professor Vassilis Arapoglou Tra emarginati e poveri invisibili Nagarjun/flickr com cc
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