Missioni Consolata - Marzo 2018
Dalla mirabolante kolotoumba (capriola, ndr ) di Tsipras in poi, in effetti, i rapporti tra la Grecia e il resto dell’Europa si sono fatti via via più distesi. E non poteva es- sere altrimenti, visto che sotto i ponti della minacciata Grexit sono passate finora tutte quelle misure di austerità cui il leader di Syriza - ricevendo espresso man- dato da parte del suo popolo - aveva giurato ferma resistenza. Di fatto, la capitolazione del pre- mier ellenico punta dritto a un al- tro traguardo, ossia la ristruttura- zione generale del debito greco accordata già nel 2012. Lo stesso Fondo monetario internazionale ha lasciato uno spiraglio aperto, a patto che la Grecia continui a ri- spettare tutte le condizioni date. Shock economy senza opposizione Esauritosi il ciclo dell’opposizione sociale e delle grandi manifesta- zioni di piazza che aveva fatto se- guito al primo periodo di applica- zione della shock economy , la strada per il governo di Atene si presenta ora meno in salita. Basti pensare che persino il fronte compatto e combattivo della «nessuna negoziazione» sulle pri- vatizzazioni si è sgretolato come un muro di sabbia, lasciando die- tro di sé frustrazione, delusione e malumori. Sotto la scure dell’ad- dio ai monopoli statali, nel dicem- bre scorso sono finite infatti la Deh , il colosso pubblico dell’ener- gia elettrica, la Hellenic Petro- leum , la società di raffinazione e distribuzione petrolifera pubblica, e la Depa che gestisce il trasporto del gas naturale oltreché la sua vendita all’ingrosso e la distribu- zione. Il plauso dei mercati non si è fatto attendere: i tassi decennali sui bond greci sono calati fino al 4,8% (a luglio 2015 erano schiz- zati al 18%); «il graduale migliora- mento della liquidità» a disposi- zione delle banche elleniche ha fatto sì che la Commissione euro- pea prorogasse, per una volta senza quasi battere ciglio, il re- gime di garanzie pubbliche fino a marzo 2018; altrettanti segnali di ripresa economica, lenti ma signi- ficativi, sono arrivati la scorsa estate dal settore del turismo, con un +7% rispetto all’anno pre- cedente. Una nuova stretta allo stato sociale in vista L’esecutivo guidato da Alexis Tsipras difficilmente riesce a na- scondere un certo ottimismo, e assicura «un’uscita pulita» del paese dall’austerity entro la data stabilita. Senza troppo frenare gli entusia- smi, dal canto suo, la Troika con- tinua a ribadire che, per comple- tare con successo la revisione fi- nale del programma di aiuti, Atene deve provvedere entro giu- gno all’implementazione di ulte- riori «difficili misure». Ottanta- due, per l’esat- tezza, divise tra provvedi- menti di na- tura fiscale e nuovi tagli al wel- fare. All’uscita dal tunnel mancano an- cora importanti tasselli quali l’a- deguamento di una legislazione fiscale favorevole all’industria marittima, una nuova normativa sul valore degli immobili che as- segni loro l’effettivo prezzo di mercato e non quello stabilito in maniera autonoma dalle autorità fiscali locali (con un conseguente aumento dei tassi e/o della base imponibile per i proprietari in sede di dichiarazione dei redditi annuale), la riduzione - e l’antici- pazione al 2019 anziché al 2020 - della soglia del reddito esentasse, un nuovo taglio alle pensioni, la revisione dei benefici sociali, de- gli assegni familiari e delle presta- zioni di invalidità, la riforma della contrattazione collettiva, la defi- nizione di criteri più severi in ma- teria di pignoramenti e di confi- sche per i debitori insolventi. Vale a dire, un altro giro di vite allo stato sociale per una popolazione già stremata e stritolata da sette anni di sacrifici. E i greci se la passano male Se in termini di disavanzo prima- rio la Grecia comincia a stare me- glio, i greci invece non se la pas- sano affatto bene. Un recente rapporto della Caritas locale parla di «una fase molto buia» e di «un paese vulnerabile», e i dati sono GRECIA Jan Wellmann/flickr com cc
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