Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

precisa responsabilità verso le proprie comunità, delle quali devono assicurarne i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costrut- tore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edifi- care (Lc 14,28-30). 2. Perché così tanti rifugiati e migranti? In vista del Grande Giubileo per i 2000 anni dall’an- nuncio di pace degli angeli a Betlemme, San Gio- vanni Paolo II annoverò il crescente numero di pro- fughi tra le conseguenze di «una interminabile e orrenda sequela di guerre, di conflitti, di genocidi, di “pulizie etniche”», che avevano segnato il XX se- colo. Quello nuovo non ha finora registrato una vera svolta: i conflitti armati e le altre forme di vio- lenza organizzata continuano a provocare sposta- menti di popolazione all’interno dei confini nazio- nali e oltre. Ma le persone migrano anche per altre ragioni, prima fra tutte il «desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la “disperazione” di un futuro impossibile da co- struire». Si parte per ricongiungersi alla propria fa- miglia, per trovare opportunità di lavoro o di istru- zione: chi non può godere di questi diritti, non vive in pace. Inoltre, come ho sottolineato nell’Enciclica Laudato si’ , «è tragico l’aumento dei migranti che 1. Augurio di pace Pace a tutte le persone e a tutte le nazioni della terra! La pace, che gli angeli annunciano ai pastori nella notte di Natale (Lc 2,14) è un’aspirazione profonda di tutte le persone e di tutti i popoli, so- prattutto di quanti più duramente ne patiscono la mancanza. Tra questi, che porto nei miei pensieri e nella mia preghiera, voglio ancora una volta ricor- dare gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati. Questi ul- timi, come affermò il mio amato predecessore Be- nedetto XVI, «sono uomini e donne, bambini, gio- vani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace». Per trovarlo, molti di loro sono disposti a ri- schiare la vita in un viaggio che in gran parte dei casi è lungo e pericoloso, a subire fatiche e soffe- renze, ad affrontare reticolati e muri innalzati per tenerli lontani dalla meta. Con spirito di misericordia, abbracciamo tutti co- loro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di di- scriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado am- bientale. Siamo consapevoli che aprire i nostri cuori alla sof- ferenza altrui non basta. Ci sarà molto da fare prima che i nostri fratelli e le nostre sorelle possano tornare a vivere in pace in una casa sicura. Acco- gliere l’altro richiede un impegno concreto, una ca- tena di aiuti e di benevolenza, un’attenzione vigi- lante e comprensiva, la gestione responsabile di nuove situazioni complesse che, a volte, si aggiun- gono ad altri e numerosi problemi già esistenti, nonché delle risorse che sono sempre limitate. Pra- ticando la virtù della prudenza, i governanti sa- pranno accogliere, promuovere, proteggere e inte- grare, stabilendo misure pratiche, «nei limiti con- sentiti dal bene comune rettamente inteso, [per] permettere quell’inserimento». Essi hanno una MC informa a cura di Gigi Anataloni Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace Messaggio di papa Francesco per la 51 a Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio 2018 GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 81 Papa Francesco in preghiera con i Rohingya a Dhaka in Bangladesh lo scorso 1° dicembre 2017 (AFP/Munir Uz Zaman). Chiediamo scusa per i tagli al messaggio di papa Francesco, il cui originale è facilmente reperibile su v2.vatican.va #

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