Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 77 Castelnuovo Don Bosco: casa natale del beato Giuseppe Allamano. # Ci sono due espressioni che spiegano bene il valore di questa mamma in vista del futuro del figlio. Al parroco e al sindaco, quando lui aveva solo nove anni: «Gli lascio fare quel che vuole», perché aveva intuito di potere già fidarsi di lui. E poi, quando non era an- cora sacerdote e intendeva diventare missio- nario: «Quanto a me, non pensarci». Anche allora continuava a fidarsi di lui e della Prov- videnza. Ecco la raccomandazione del par- roco ai figli: «Dovreste baciare la terra dove passa vostra madre». Queste sono le mamme dei santi! Il momento più doloroso. Purtroppo la mamma si ammalò ancora giovane e di- venne poco alla volta cieca e sorda. L’Alla- mano, durante i periodi di vacanza dal semi- nario, le stava particolarmente vicino. Addi- rittura, dopo che la badante aveva preparato il pranzo, si sedeva accanto e la imboccava. Fu lui stesso a rivelare un particolare più unico che raro: «Quando era ammalata, io facevo il suo interprete nella confessione du- rante le vacanze a casa; sembra impossibile: aveva due occhi di Paradiso, eppure non ve- deva e non sentiva; ed io mi spiegavo fa- cendo segni sulla mano, e c’intendevamo benissimo. Mi diceva: “Io sono vecchia, tutti gli altri mi dimenticheranno, ma tu mai, dirai Messa tutti i giorni, pregherai poi per me”. Difatti nella S. Messa c’era sempre un posto per lei, tutti i giorni». Avvenne, però, un fatto che segnò il cuore dell’Allamano per tutta la vita. La notizia della morte della mamma la seppe in ritardo, mentre si tro- vava in seminario, un anno prima di diventare sacerdote. Chi doveva fargli pervenire la lettera se la dimenticò e così egli ne venne a conoscenza a funerale celebrato. I fratelli avevano fatto credere alla mamma che il figlio Giuseppe fosse presente toccandole le mani come soleva fare lui. È comprensibile che l’Allamano, sensibile com’era, abbia sofferto tremendamente per quella vicenda, anche per l’insieme delle cir- costanze in cui si era svolta, tanto da avere un tracollo nella salute e dover lasciare il se- minario per un periodo di riposo al paese. Il momento del coraggio. Il pensiero della mamma non scomparve mai dal cuore dell’Allamano, anzi fu sempre un motivo di generosità e di coraggio. Al riguardo conser- viamo una bella testimonianza del medico Giulio Bellini che si faceva guidare spiritual- mente dall’Allamano. Nel 1917, andò con la moglie alla Consolata in occasione della morte della propria madre, per trovare un po’ di conforto. L'Allamano li accolse con af- fetto e disse loro parole che solo i santi sanno trovare in queste circostanze. Par- lando confidenzialmente, quasi per confor- tare quei coniugi alquanto mesti, ricordò il fatto di non avere saputo a tempo della morte della propria mamma. »Ricordandomi questa circostanza pietosa, lasciò scritto il medico, il canonico Allamano era vivamente commosso. Ed erano trascorsi quasi 50 anni!». Tuttavia, quando parlava della mamma, l’Al- lamano preferiva sottolinearne l’aspetto po- sitivo, attingendo luce e forza dal suo ri- cordo. Disse un giorno: «Non tocca a me fare gli elogi della mia buona mamma». La sua vita santa fu il più bell’elogio della propria mamma! P. Francesco Pavese

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