Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 75 «C ontinuate a sognare»: lo ha detto papa Francesco ad alcuni giovani del “Piano dreamers ” (sognatori), ossia figli di immigrati negli Stati Uniti, ai quali Barack Obama aveva concesso la cittadinanza (piano che, invece, Trump ha abrogato). E proprio ai giovani va il nostro pensiero all’inizio di questo nuovo anno che vedrà un si- nodo dedicato tutto a loro sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Ha scritto il papa: «Mi vengono in mente le parole che Dio rivolse ad Abramo: “Vattene!” (Gen 12, 1)… Ma cosa voleva dirgli? Non certamente di fuggire dai suoi o dal mondo. Il suo fu un forte invito, una vocazione, affinché lasciasse tutto e andasse verso una terra nuova. Qual è per noi oggi questa terra nuova, se non una società più giusta e fraterna che voi de- siderate profondamente e che volete costruire fino alle periferie del mondo?». Giovani, dunque, chiamati ad uscire, a incontrare gli altri, a lasciarsi toccare dalle soffe- renze e dalle speranze di coloro che sono ancora oggi emarginati, dimenticati o scartati… e ai quali annunciare la Buona Notizia del Vangelo. Giovani che, assordati da tante voci, forse hanno paura di sentire nel loro cuore l’invito a decidersi, a non sprecare tempo e doti, a sognare in grande… ma che sempre più scarseggiano e diminuiscono a vista d’oc- chio (almeno nella nostra vecchia e stanca Europa). E ci viene in mente il nostro Fondatore che, attento al grido che veniva da lontano e avendo «sognato» un Istituto (giovane e di giovani) per l’Africa, così scriveva alle autorità romane: «Ho un certo numero di sacerdoti (i laici non mancheranno), che hanno da poco terminato la loro educazione, giovani di buona condotta e di belle speranze, ai quali avendo io lasciato intravvedere la speranza d'incominciare un istituto regionale di missio- nari, mi stanno giornalmente attorno, sollecitandomi di mettere mano a quell’opera, pronti a dedicarsi tosto con slancio e uno zelo del quale alcuni hanno dato buona prova». Anche lui, dunque, un dreamer , che non si è accontentato di emozioni e sogni, ma è riuscito a spingere un bel grappolo di coraggiosi «a staccarsi con coraggio dal loro am- biente, dalle comodità della vita e, superando giudizi e motivi umani, sono entrati nell’Isti- tuto per prepararsi alla missione» (sono parole sue). Si ricordi, allora, il Beato Allamano di noi - suoi missionari - in quest’anno, ottenendoci ancora dal Signore il dono di giovani generosi e un po’ pazzi, capaci non solo di sognare in grande, ma di continuare sulle strade del mondo la stessa missione di Gesù. P. Giacomo Mazzotti A cura di Sergio Frassetto SOGNI DI CAPODANNO Lasciate, dunque, che vi ripeta le parole del Signore: «Se tu conoscessi il dono di Dio!». Se tu conoscessi il dono grande che Dio ti ha fatto, chiamandoti in questo Istituto missionario! Giuseppe Allamano
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