Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

evacuazione in cui io ero ovviamente all’ultimo po- sto. Ma Lundborg fu irremovibile: «I have order to take you first» (ho l’ordine di prendere te per primo). La faccenda non mi piaceva per niente ma anche i miei compagni mi pregarono di partire su- bito. Mi fanno notare che a bordo della nave Città di Milano la mia collaborazione potrebbe essere di grande aiuto per organizzare i soccorsi. E fu proprio così… Non proprio. Una volta sulla nave appoggio fui molto limitato nei miei movimenti sia per le mie condizioni che per ordini da Roma. Fu soprattutto il capitano della nave a coordinare i soccorritori di va- rie nazioni. Determinante fu l’intervento della Ma- rina Sovietica che inviò la nave rompighiaccio Kras- sin a recuperare i superstiti e il 12 luglio raggiunge finalmente il lastrone di ghiaccio ove i marinai russi tirarono in salvo i rimanenti uomini dell’equipaggio del dirigibile Italia, ormai allo stremo delle forze. Martedì 31 luglio 1928, il generale Nobile e quello che restava dell’equipaggio del dirigibile arriva- rono in Italia. Grandi folle si riversavano nelle sta- zioni dove il loro treno passava, gridando la loro ammirazione nei confronti dei membri della sfor- tunata spedizione al Polo Nord. Duecentomila per- sone li accolsero alla stazione di Roma. Nobile sco- prì però che l’entusiasmo popolare non era gradito al governo fascista, verso il quale lui non aveva mai nascosto un certo scetticismo. Per volere dello stesso Mussolini venne istituita una commissione d’inchiesta tutta composta da accaniti avversari di Umberto Nobile, tra i quali – manco a dirlo – spic- cava il gerarca Italo Balbo. Pochi mesi dopo la Commissione rese pubblici i suoi risultati, addos- sando tutta la responsabilità del disastro al Gene- rale. La sera stessa Nobile rassegnò le proprie di- missioni all’Aeronautica rifiutando il congedo dal servizio attivo e la pensione che gli sarebbe spet- tata. E dopo qualche tempo andò a lavorare prima in Russia e poi negli Stati Uniti. Con la pubblicazione di diversi libri sulla tragedia vissuta in prima persona, Nobile cercò di spiegare all’opinione pubblica italiana come fossero vera- mente andate le cose. Ma fu solo dopo il periodo fascista, nel 1945, che il presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi ordinò di riesaminare il caso affi- dando l’incarico alla commissione superiore di avanzamento del ministero dell’Aeronautica, la quale espresse parere favorevole alla reintegra- zione di Nobile col grado di maggiore-generale. Il 2 giugno 1946 Umberto Nobile venne eletto depu- tato all’Assemblea Costituente come indipendente del Partito Comunista Italiano. Morì a Roma il 30 luglio 1978. Don Mario Bandera Per venirvi a salvare ci fu una vera gara internazionale di solidarietà… Si è vero ma non sempre con esito felice. Due aero- plani svedesi, guidati da Riiser Larsen e Lützow- Holm e partiti dalla baleniera Hobby domenica 17 giugno, vennero a cercarci. Quando li sentimmo, noi accendemmo subito un fuoco e sparammo dei razzi di segnalazione, ma fu tutto inutile, non riusci- rono a vederci. Lunedì 18 giugno 1928, alle ore 16.00 partì dalla città di Tromsö in Norvegia un aereo messo a dispo- sizione del governo francese per i soccorsi: il Latham 47 condotto dal pilota René Guilbaud. A bordo c’era anche Roald Amundsen. Il grande esploratore norvegese, 55 anni, primo a raggiun- gere il Polo Sud (nel 1911-12), nonostante i contra- sti avuti con me sulla spedizione del Norge, si era offerto fin da subito di partecipare alle ricerche. Purtroppo del suo volo, perso ogni contatto radio, non si è saputo più niente e con ogni probabilità si è inabissato nel grande mare del Nord. Alla fine chi vi avvistò fu un idrovolante italiano… Il capitano Umberto Maddalena il 20 giugno 1928 di mattino presto decollò dalla Baia dei Re, dove su or- dine di Roma era ancorata la nave appoggio Città di Milano. Alle 7.35 il radiotelegrafista Biagi riuscì a stabilire un contatto radio con l’idrovolante. Le dif- ficili condizioni atmosferiche non permettevano ai soccorritori di avvistare i naufraghi, ma Biagi riuscì a guidarli via radio fino alla posizione della tenda. Alle 8.15 percepimmo il rombo dei motori. Ma subito dopo Maddalena perse il contatto visivo. Solo dopo mezz’ora di disperata ricerca l’idrovolante riuscì di nuovo a sorvolare la nostra «tenda rossa». Vennero lanciati i primi aiuti: sei paia di scarpe, dei viveri, due barche pneumatiche, due sacchi a pelo. Alle ore 20.00 dalla «tenda rossa» inviammo un messag- gio di ringraziamento: «Grazie per l’emozione che questa mattina ci avete procurata mandando su di noi i colori della Patria». La vostra avventura stava per concludersi… Si, sabato 23 giugno 1928 verso le ore 21.00 due ae- rei si avvicinarono alla «tenda rossa». Erano svedesi e avevano i pattini per atterrare sul ghiaccio. Dopo alcune prove per sondare il terreno, l’aereo al co- mando del capitano Lundborg finalmente atterrò. Fin dal giorno precedente avevo stabilito la lista di MC R GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 71 # A sinistra : il dirigibile Norge costruito per la spedizione organizzata dal norvegese Amudsen. | Qui : il generale Nobile in salvo sulla nave d’appoggio Città di Milano .

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