Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
70 MC GENNAIO-FEBBRAIO2018 Ma subito dopo avvenne l’imprevedibile… Eravamo quasi arrivati al sicuro e ormai in vista delle Isole Svalbard quando il tempo peggiorò. Qualcuno suggerì di atterrare, ma il meteorologo svedese Malmgren ci avvertì che la tempesta sarebbe passata da lì a poche ore. Questo suo fatale errore purtroppo decreterà la tragica fine del viaggio. Cosa successe dopo? A causa del perdurare del cattivo tempo l’aeronave si appesantì di ghiaccio, i timoni si bloccarono e le valvole di scarico dell’idrogeno non funzionarono più. Intuita la gravità della situazione, feci subito i motori. Erano le 10.30 del 25 maggio del 1928. Dopo tre minuti il dirigibile Italia urtò la banchisa polare. Dieci dei membri dell’equipaggio furono sbalzati fuori sul ghiaccio, uno di essi morì sul colpo. Io riportai delle gravi ferite. Nello schianto la parte superiore dell’aeronave si staccò dalla cabina di co- mando e volò via portando con sé la maggior parte dei rifornimenti e sei membri dell’equipaggio, mai più ritrovati. Una vera tragedia… Fortunatamente, con l’impatto al suolo molte delle cose che erano nella navetta furono catapultate a terra. Tra queste c’erano casse di viveri, materiali vari e soprattutto la «tenda rossa», che ci servì da rifugio nelle seguenti sette settimane, e la radio da campo (dono di Guglielmo Marconi per la nostra trasvolata). All’inizio non riuscimmo a farla funzio- nare ma il nostro radiotelegrafista Biagi insieme al 4 chiacchiere con... collega Troiani la ripararono egregiamente, rimet- tendola in funzione. Da quel momento cominciaste a lanciare messaggi radio nell’etere nella speranza che qualcuno vi ascoltasse. Ogni ora mandavamo un messaggio alla nave ap- poggio «Città di Milano» che era il nostro punto di riferimento durante la traversata artica. Ogni mes- saggio radio alternava in noi momenti di dispera- zione a momenti di euforia! La costanza con cui inviaste i vostri Sos alla fine fu premiata… Nella città di Arcangelo, in Russia, ovvero a duemila Km dalla nostra tenda, un giovane radioamatore, Nicholaj Schmidt, intercettò i nostri appelli. Però, nel frattempo, era sorto un altro problema: la de- riva del pack artico ci stava allontanando dalla ter- raferma e le nuvole non permettevano di indivi- duare dal cielo la nostra tenda, anche se rossa. Avevate però la percezione che il vostro dramma stesse per giungere alla fine… Alla sera di mercoledì 6 giugno 1928, il Biagi inter- cettò un messaggio in cui si diceva che l’ambasciata dell’Unione Sovietica aveva consegnato al governo italiano il nostro Sos. Festeggiammo la notizia con un brindisi in onore del radioamatore russo. Inoltre captammo che il rompighiaccio russo Krassin stava partendo da Leningrado verso la zona del disastro, con a bordo un trimotore Junkers e un pilota per i voli di ricognizione.
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