Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

quelle raggiunte dallo studio di McKinsey pubblicato la scorsa estate: nelle oltre mille aziende ci- nesi prese in esame il personale locale era l’89%, pari a circa 300 mila persone. E, suggeriva McKin- sey, proiettando il risultato sulle complessive 10 mila imprese ci- nesi in Africa, è lecito ipotizzare che gli africani impiegati dalle aziende di Pechino siano ormai quantificabili in milioni. I conten- ziosi sul posto di lavoro sono in- dubbiamente presenti, conclude Brautigam, ma riguardano le con- dizioni salariali e lavorative, non il fatto che il lavoro venga negato ai locali. Aiuti in cambio di minerali e land grabbing? i l terzo mito il governo cinese baratta l’aiuto allo sviluppo con concessioni mi- nerarie e petrolifere. Uno studio del 2015 effettuato dal gruppo di ricercatori di Aiddata, sostiene la studiosa della Johns Hopkins, rag- giunge le conclusioni molto di- 66 MC GENNAIO-FEBBRAIO2018 Cooperando… verse: a determinare i flussi di Aps di Pechino verso l’Africa sareb- bero piuttosto le scelte di politica estera - ad esempio l’allinea- mento dei paesi africani alle posi- zioni cinesi quando si tratta di vo- tare all’Assemblea Generale Onu e l’adesione dei paesi riceventi alla linea politica «una sola Cina», che nega a Taiwan il diritto di rite- nersi uno stato separato dalla Re- pubblica Popolare Cinese. «Il no- stro studio», dicono gli accade- mici del gruppo di Aiddata, «non conferma le critiche alla Cina per cui il suo Aps sarebbe prevalente- mente motivato dall’interesse per l’acquisizione di risorse naturali. I flussi di aiuti cinesi sono forte- mente orientati ai paesi più po- veri, e questo mostra che Pechino fa anche considerazioni di carat- tere umanitario quando decide le allocazioni di aiuto allo sviluppo. Nel complesso, i risultati dell’ana- lisi suggeriscono che la prassi ci- nese nell’attribuzione dei fondi non è dissimile da quella dei do- natori occidentali». U n Ultimo mito l’insaziabile appetito cinese per le terre africane e un presunto piano per inviare contadini dalla Cina in Africa a coltivare prodotti agricoli da spedire poi a casa. Esisterebbero, secondo alcune ri- costruzioni giornalistiche, interi villaggi di agricoltori cinesi. «Il mio team e io abbiamo esami- nato 60 casi di investimenti cinesi passando tre anni a fare ricerca sul campo e interviste in oltre dodici paesi africani: su circa 15 milioni di acri di terra riportati come acqui- siti da compagnie cinesi abbiamo trovato prove di tali acquisizioni per meno di 700 mila acri». Le aziende agricole cinesi più grandi individuate dal team Cari erano piantagioni di gomma, zucchero e agave e nessuna esportava cibo verso la Cina. E, conclude Brauti- gam, se è vero che paesi come lo Zambia ospitano oggi svariate de- cine di imprenditori cinesi che col- tivano e allevano polli, non ab- biamo trovato nessun villaggio di contadini cinesi. @AFP PHOTO / Habib Kouyate

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