Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

Si è visto che la degenerazione di alcuni assoni comincia presto, al- l’inizio della malattia, compor- tando la morte del neurone corri- spondente e conseguente deficit funzionale, ovvero alterazione delle prestazioni sensitivo-moto- rie e, a lungo termine, compro- missione cognitiva e comporta- mentale. All’inizio della malattia, tuttavia, gli assoni degenerati non sono numerosi, per cui i deficit funzionali sono dovuti soprat- tutto alla flogosi (infiammazione). Quando quest’ultima si risolve, il paziente recupera completa- mente o in parte le sue funzioni. Evoluzione della Sm Come colpisce questa patologia? La Sm evolve da una fase acuta infiammatoria iniziale ad una fase cronica, quindi, una volta insorta, sarà presente per sempre nella vita del paziente. Questa malattia è caratterizzata dalla disseminazione spaziale e temporale delle placche, cioè le aree di demielinizzazione della so- stanza bianca compaiono in zone diverse del Snc e in tempi diversi. Il danno mielinico, che caratte- rizza la Sm è conseguente ad un’anomala attivazione del si- stema immunitario sia cellulare che umorale indotta da fattori ge- netici e ambientali. Questi ultimi sono probabilmente rappresen- tati da virus come quello del mor- billo (verso il quale sono stati tro- vati anticorpi nel liquor dei pa- zienti in quantità superiore ri- spetto ai controlli), ma finora nes- sun virus è stato correlato con certezza alla Sm. Sicuramente i fattori genetici hanno un peso im- portante nella predisposizione ad ammalarsi, come è dimostrato dalla concordanza di casi tra i ge- melli monozigotici (20-30%), che scende al 4% tra i gemelli dizigo- tici. I geni coinvolti sembrano es- sere numerosi. Tra questi ci sono quelli del maggior complesso di istocompatibilità (DR2, DQW1), quelli che codificano per gli inter- feroni, per le catene leggere dei linfociti T, per il Tnf ( Tumoral Ne- crosis Factor ). Recentemente è stata identificata una mutazione GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 61 genetica del tipo «nonsenso» (in presenza della quale, anziché es- serci la codifica di un aminoacido, viene dato il segnale di stop alla sintesi proteica), direttamente collegata alla Sm, localizzata sul gene NR1H3; tale mutazione causa la perdita di funzione del prodotto genico, la proteina LXRA, che controlla l’espressione di diversi geni coinvolti nell’o- meostasi dei lipidi (costituenti della mielina, oltre alle proteine), nei processi infiammatori e im- munitari. È chiaro quindi che, per- ché si sviluppi la malattia, è ne- cessaria una predisposizione ge- netica, su cui devono intervenire dei fattori esogeni ( grafico di pa- gina 63 ). Gli studi condotti sulle migrazioni di popolazioni hanno evidenziato che c’è un fattore ambientale (forse un virus), che predispone alla Sm e che agisce prima della pubertà (14-15 anni). Un soggetto emigrato prima di questa età acquisisce la preva- lenza del paese in cui si è recato, mentre se emigra dopo mantiene la prevalenza del paese d’origine. Tra i virus maggiormente sospet- tati come parti in causa per la Sm ci sono i Coronavirus, i Papovavi- rus, come già detto il virus del morbillo, gli Herpesvirus, il Simian V5 e i Retrovirus. Altri fattori di ri- schio esogeni sono la carenza di vitamina D, per la sua regolazione del sistema immunitario e l’espo- sizione al fumo di sigaretta. Giovani e donne Si stima che al mondo vi siano 2,5-3 milioni di malati di Sm. In Europa essi sarebbero circa 600.000 e in Italia 110.000. Nel nostro paese ci sono oltre 3.400 nuovi casi all’anno. Si prevede che in media una persona su 1.000 avrà la Sm nel prossimo futuro. Il rischio di ammalarsi è maggiore per le donne rispetto agli uomini (2:1). Si sospetta che questo diva- rio sia dovuto a fattori neuroen- docrini, che influenzano a più li- velli il sistema immunitario. Que- st’ultimo, attivato in modo ano- malo, colpisce la mielina dell’or- ganismo considerandola come non-self, ovvero estranea (au- MC R A PPROFONDIMENTO 1 LE PLACCHE L e placche possono for- marsi in ogni punto del Snc, ma sono più frequenti attorno ai ventricoli degli emi- sferi e del tronco cerebrale, nelle formazioni ottiche, nei peduncoli cerebellari superiori e medi e nel midollo spinale. Al microscopio ottico, le placche rosee si presentano con segni di infiammazione e sono loca- lizzate prevalentemente in zona perivenulare, contengono linfociti T e plasmacellule men- tre la mielina si presenta rigon- fiata e incapace di assumere la tipica colorazione istologica di Niessel. Inoltre essa risulta frammentata e i suoi fram- menti vengono fagocitati dai macrofagi. Le placche grigie sono croniche, in esse la mie- lina è andata persa e sostituita dalla deposizione di fibre pro- dotte dalle cellule connettivali, con conseguente cicatrizza- zione o sclerosi, che porta allo stiramento e alla frammenta- zione degli assoni. Finché que- sti ultimi non sono lesionati, è possibile una riparazione per- ché la mielina può rigenerarsi. Quando però gli assoni si lesio- nano, diventano incapaci di trasmettere l’impulso nervoso. Quest’ultimo peraltro rallenta moltissimo già con la perdita del rivestimento di mielina. R.N.T.

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