Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 59 MC R in quanto tale ad essere tutelata. Ma questo non risponde agli standard internazionali di tutela che prevedono che i diritti umani siano diritti degli individui, non delle idee. L’idea in quanto tale non gode di protezione, soprat- tutto in un’ottica di tutela della li- bertà di espressione. Se si legitti- mano sanzioni penali per la bla- sfemia, questo può portare a pu- nire anche casi in cui non vi siano offese della religione, ma sol- tanto descrizioni ritenute non ve- ritiere dal detentore del sapere teologico». Sempre sull’utilizzo della libertà religiosa a fini politici, nel suo li- bro fa l’esempio della guerra in Siria nella quale la Russia dice di sostenere il regime anche per tutelare la libertà religiosa delle minoranze cristiane protette da Bashar al-Assad. «Anche lì la dinamica è la stessa. La cosa interessante è che, men- tre spesso la Russia critica gli Stati Uniti perché nei rapporti statuni- tensi viene indicata come paese particolarmente problematico, in questo caso ha una identica ve- duta d’insieme per quel che ri- guarda le violazioni anticristiane. C’è una scelta politica che non mi sorprende, es- sendo la Russia il primo alleato del regime si- riano, essa trova nel- l’istanza della tutela delle minoranze reli- giose un altro argo- mento a supporto della sua posizione». Il sottotitolo dell’e- dizione inglese del suo libro è «ascesa e declino del mo- dello Usa». C’è una fase di «ritirata» della libertà religiosa dall’a- genda globale? un’istanza condivisa sia trasfor- mata in un’istanza partitica o ad- dirittura identitaria, come alcune esternazioni di Trump lasciano presagire, ne provoca un declino. E poi c’è sempre il problema dei doppi standard, come avviene con l’Arabia saudita, che a lungo andare sottrae credibilità». A questo punto l’ultima do- manda: quale futuro per questo tema a livello internazionale? «A livello internazionale sicura- mente il dibattito non scemerà, anzi, io credo che sia destinato a rimanere centrale, anche grazie al fatto che le nostre società diven- tano sempre più complesse e sempre più, quindi, realiste, per- ché dovranno confrontarsi sepre più con diverse istanze religiose. Nel caso italiano basta pensare alle problematiche che pone la presenza oramai di quasi due mi- lioni di fedeli musulmani i quali hanno spesso rapporti molto forti con i loro paesi d’origine. Mi auguro che i paesi occidentali riescano ad affrontare il tema con un minimo di coerenza. Uno dei principi anche giuridici dell’im- pianto del diritto dell’Ue è quello della coerenza tra politica interna e politica estera: non si può es- sere credibili fuori se noi non ga- rantiamo i diritti dentro. E poi spero che ci sia un dibattito an- che a livello di organismi interna- zionali, le Nazioni Unite piuttosto che altri, devono riuscire a coin- volgere quanti più paesi possibile nonostante la diversità di vedute si stia inasprendo. Luca Lorusso «Quello che è cambiato, soprat- tutto dal punto di vista del dibat- tito interno Usa, è che non c’è più la stessa visione sul ruolo della li- bertà religiosa all’interno e all’e- stero. La legge del ‘98 è stata ap- provata sostanzielmente all’una- nimità dal congresso, nonostante fosse passato pochissimo tempo dall’ impeachment di Bill Clinton. Cioè, un congresso profonda- mente diviso come solo nel caso di un’ impeachment può esserlo, è riuscito ad approvare quella legge quasi all’unanimità. Questo vuol dire che il sentimento rispetto alla libertà religiosa era profonda- mente condiviso. C’era una sua centralità. Oggi non è più così, perché la libertà religiosa viene etichettata come un tema repub- blicano o di destra, mentre la tu- tela di altri diritti, soprattutto i di- ritti delle minoranze Lgbt, sono associate a istanze più progressi- ste. Questo rappresenta uno dei segnali più evidenti della polariz- zazione che oggi vive il sistema democratico statunitense, ma an- che tante democrazie occidentali. Il fatto che la libertà religiosa, da European Parliament/flickr com
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