Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

Libertà Religiosa 58 MC GENNAIO-FEBBRAIO2018 «Si è distinta a livello burocratico. L’Ue ha approvato delle linee guida per un’azione di soft law , cioè senza la creazione di grandi apparati burocratici, ma inse- rendo la libertà religiosa nella po- litica estera già esistente dell’Ue. Negli Usa, con l’Irfa si è creata una vera e propria commissione specializzata che fa solo quello, la Uscirf, si è creato tutto un mecca- nismo all’interno del Diparti- mento di stato, si sono previsti due rapporti annuali sulla libertà religiosa nel mondo, si prevedono dei meccanismi per indicare quali sono i paesi che violano seria- mente il diritto di libertà reli- giosa... Anche nell’Ue si è creato pochi anni fa un intergruppo par- lamentare per la libertà religiosa che produce un suo rapporto an- nuale (Forb, ndr ), ma sono storie diverse, anche dal punto di vista della narrazione ideale. Il dibat- tito sulla libertà religiosa e sulla religione in quanto tale non ha, a livello istituzionale nell’Ue, la stessa centralità che ha all’in- terno dell’impianto costituzionale Usa, dove il diritto di libertà reli- giosa è garantito addirittura dal primo emendamento costituzio- nale (1791), quindi è il diritto che viene, almeno descrittivamente, prima degli altri». converte, qualsiasi sia la sua fede, io credo che sia possibile essere universalmente d’accordo che è ingiusto. A livello di tutele mi- nime credo che sia necessario un discorso globale su questi temi, e credo che sia legittima l’attività di pressione da parte di alcuni stati per garantire, appunto, almeno le tutele minime. Non credo che si possa essere accusati di imperiali- smo perché si salva una persona che altrimenti viene costretta a partorire in carcere a causa della sua conversione». I paesi islamici e la Russia orto- dossa criticano questo approc- cio degli Usa perché hanno un’i- dea di libertà religiosa diffe- rente. Ci può spiegare quali sono i distinguo fondamentali? «Uno dei problemi principali con i paesi islamici (non con l’islam) è sicuramente quello relativo alla facoltà di conversione. In alcuni paesi ci sono addirittura delle norme penali che prevedono l’in- carcerazione. In Russia invece c’è una proble- matica che riguarda la tutela delle minoranze religiose e la loro facoltà di operare, soprattutto dal punto di vista del proseliti- smo. Ad esempio verso i testi- moni di Geova c’è stata una note- vole azione dei servizi di sicurezza della federazione russa. Queste azioni portano a rendere inopera- tive le minoranze religiose. Tutto ciò dipende anche da una certa evoluzione teologica interna alla chiesa ortodossa russa che è maggioritaria, territoriale e nazio- nale e che influenza le politiche legislative dello stato. Venuto meno il collante dell’ideologia co- munista, infatti, tantissima parte della costruzione del dibattito pubblico nella federazione russa si basa oggi, a mio modo di ve- dere, solo su questa pseudo iden- tità collettiva ortodossa». A volte la libertà religiosa non viene osteggiata in quanto tale, ma presa e utilizzata per un uso contrario. Pensiamo all’esem- pio del Pakistan che per difen- dere le sue leggi sulla blasfemia ricorre al concetto di tutela della religione. «Anche qui c’è un problema teo- rico. In questo caso, come in altri casi di paesi musulmani, il diritto umano alla libertà religiosa viene inteso come diritto della religione L’arrivo di Trump ha cambiato qualcosa? «Parzialmente. Obama, soprat- tutto durante il periodo in cui Hillary Clinton era segretario di Stato, non premeva molto per la tutela del diritto di libertà reli- giosa. Trump, essendo stato por- tato alla presidenza anche da tan- tissimi voti di gruppi religiosi, so- prattutto evangelici, ha premuto molto su questo tasto e sono pre- visti nuovi fondi a favore del Di- partimento di stato per la tutela di questo diritto». Sembra però che la grande at- tenzione degli Usa per la libertà religiosa sia più rivolta all’e- stero che all’interno. «Da un punto di vista formale, questo è il mandato che l’Irfa dà al Dipartimento di stato. Non è prevista un’indagine interna sullo stato della libertà religiosa negli Usa. È prevista solo un’azione esterna. Questa è una delle obie- zioni classiche: “Voi guardate solo fuori e non guardate dentro”. Però qui parliamo di una politica concepita come politica estera. Per l’interno ci sono altri diparti- menti, altri ministeri e altre istitu- zioni. Un’altra obiezione che viene fatta, soprattutto dai russi e dai paesi musulmani, suona così: “Voi pretendete di vagliare con i vostri standard occidentali il modo in cui viene rispettata la li- bertà religiosa in altri paesi che non hanno i vostri standard o, ad- dirittura, non hanno i vostri va- lori”. Questo porta alcuni studiosi a parlare di “impossibilità della li- bertà religiosa”. Qui sorge a mio modo di vedere un problema di relativismo. “Ogni paese ha i suoi valori e quindi è difficile avere un discorso universale sul diritto di libertà religiosa”. Ma se una per- sona viene incarcerata perché si dcblog/flickr com Matt Johnson/flickr com Qui : l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’attuale presidente, Donald Trump. | Sopra : donna yazida porta la sua testimonianza sulle persecuzioni subite da parte dell’Isis al Parlamento europeo. | A destra : Pasquale Annicchino con papa Francesco, e le due copertine del suo vo- lume nelle edizioni italiana e britannica. #

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